La confessione "Se non avessi fatto il fantino? Bandito o politico"

Un ex fantino di Siena rivela di aver rifiutato la politica per mancanza di studi. Racconta la passione per le macchine di lusso e la filosofia di spendere i soldi. Conclude che la sua carriera è stata un successo grazie alla bravura a terra e al carattere.

La confessione "Se non avessi fatto il fantino? Bandito o politico"

Aceto con il giubbetto della Torre per cui ha corso tre volte: nel 1990, nel 1992. e l’ultima Carriera nel 1996

"Se non avessi fatto il fantino cosa sarei diventato? Un bandito o un politico". Risposta lampo. Secca. Gli avevano proposto di candidarsi, lui ha sempre guardato a destra. "Ci pensai, feci degli incontri. Volevo capire. Mi avrebbero candidato in un’altra regione. Però alla fine rinunciai. Non avevo studiato, capii che quello non era il mio mondo", ammette senza peli sulla lingua. Come sempre, del resto. Racconta la passione per le macchine di lusso che non si è certo fatto mancare, a partire dalla Lamborghini. Spiega che la sua filosofia è "i soldi sono fatti per essere spesi". Che alla fame patita all’"Isola dei famosi" preferiva lo champagne e magari l’aragosta. Grazie ai guadagni del Palio e anche con i cavalli per le corse in ippodromo che in scuderia non sono mai mancati. "Il più grande della Piazza fra i barberi? Panezio", sentenzia. "Cosa serve per correre e fare il fantino di Piazza? In un minuto e pochi secondi vince chi sbaglia meno", dà la sua chiave di lettura. "La mia è stata una bella carriera perché ero bravo a terra, c’è chi mi ha voluto bene. E avevo carattere", aggiunge come un fiume in piena. "Ma delle proposte di squalifica ne vogliamo parlare?", intercala ad un certo punto. Ospiti, vip, personaggi dello spettacolo – "Andai anche al Maurizio Costanzo Show", racconta –, nomi che hanno scritto la storia dell’Italia. Ma il cuore del ’re’, torna sempre lì. Dove è stato il numero uno. Quella Piazza che gli ha preso l’anima.

La.Valde.