La denuncia a ‘cielo aperto’ di Pietro Cristofani

Un libro che riporta con equilibrio tesi e prospettive sul mondo di studenti e professori

"L’industria dell’obbligo produce catene d’ubbidienti che intasano il mercato ormai…", mi è tornato alla mente il "brutale ma vero" disco di Enzo Maolucci, cantautore e professore, sulla scuola, leggendo con interesse il nuovo libro di Piero Cristofani ‘Una gabbia chiamata classe. La scuola defuturizzata’ (Armando Curcio Editore), che è una denuncia a cielo aperto, perché riporta con equilibrio tesi e prospettive, sul mondo della scuola, anzi degli studenti e dei loro professori. Si, è vero, l’industria dell’obbligo si porta dietro da molto tempo i suoi veleni, ma crediamo che l’autore voglia raccontare, e lo fa con chiarezza, che la rigidità di certe strutture, in primis l’elemento portante della classe, sia determinante per spiegare la (in)voluzione dei personaggi che animano il mondo scolastico, ovvero le definite confuse identità di docenti e studenti. Non si è prodotto allievi e insegnanti preparati e soddisfatti, ma regolamenti e circolari ministeriali. Un manuale della sopravvivenza, uno studio poco formale e molto pratico, in attesa della stagione delle grandi scelte, che possono animare la vita scolastica di future generazioni, ma rendere anche l’insegnamento una missione di speranza.

Massimo Biliorsi