Sembra ieri ma sino esattamente trent’anni da quando Leo Lionni realizza per la carriera del 2 luglio 1994 un drappellone che offre il senso più profondo del giubilo dei contradaioli quando lo stesso cencio viene calato fra i vincitori. Nell’opera riporta proprio il senso poliedrico di questo artista che non possiamo definire soltanto pittore, ma anche scrittore, grafico e illustratore, soprattutto per i più piccoli. Il suo Palio è infatti una fiaba raccontata a tutti, con nella parte bassa una ridda di volti e braccia che si agitano festanti attorno al cavallo, assoluto protagonista. Un turbinio di macchie che prendono vita, di suggestive certezze pittoriche. Gli sguardi sono tutti rivolti al cavallo e al cielo, un cielo che l’artista olandese, scomparso in terra di Siena nel 1999, compone pieno di stelle affogate in un blu oltremare, dove l’immagine della Madonna di Provenzano sembra uscire proprio da un gorgo di questa profonda bellezza. Un bel Palio, non soltanto d’autore, dai simboli semplici ma non semplicistici, che oggi potete ammirare nel museo della Contrada della Pantera, dopo la corsa di Uberto e Massimino. Una carriera dedicata, fra l’altro, al 50° anniversario della Liberazione di Siena.
Massimo Biliorsi