di Laura Valdesi
SIENA
"In una società dove si deve chiedere il consenso per tutto posso prendere una ragazza ubriaca, fare sesso, diffondere il video senza che ciò sia considerato divulgazione illecita di materiale pornografico. La giovane non voleva che quel filmato girasse. ’Smettila con il telefono’", aveva detto al ’cameraman’ di quella notte a luci rosse avvenuta in un albergo di Siena del centro storico nel luglio 2020 secondo quanto ricostruito dall’avvocato di parte civile Claudia Bini. "La certezza – ha proseguito – è che non c’è stato alcun consenso all’invio all’altro imputato. Erano state persone che conoscevano la ragazza ad avvertirla che il filmato era stato mostrato loro. Non può essere liquidato tutto ciò come una ragazzata, l’obiettivo era mostrare il trofeo come fa un cacciatore con un leone ucciso. La ragazza viene inquadrata anche di faccia e la vicenda arrivò persino a Follonica".
Una vicenda ’moderna’, legata all’uso del cellulare anche nei momenti più intimi senza pensare magari alle conseguenze per la donna a livello psicologico, al di là della eventuale responsabilità penale. Uno degli imputati, 28 anni, assistito dall’avvocato Silvia Pellegrini, aveva avuto un rapporto con la ragazza nella struttura ricettiva senese. Era stato ripreso dall’amico 18enne all’epoca dei fatti e difeso dall’avvocato Stefano Borgheresi. Video che quest’ultimo gli aveva successivamente inviato, ha sottolineato il pm chiedendo al giudice Francesco Cerretelli la condanna a due anni per entrambi.
"Manca la diffusione attraverso i social network, non è stata provata", rivendica l’avvocato Borgheresi chiedendo l’assoluzione del ’cameraman’. Così come la collega Silvia Pellegrini la quale ribatte tra l’altro che il suo assistito "ha solo ricevuto il video, mai l’ha divulgato". Senza considerare che il giudice l’udienza precedente aveva rinviato in base all’articolo 129 del codice di procedura penale evidenziando cause di non punibilità. Infatti dopo una breve camera di consiglio Cerretelli ha assolto entrambi gli imputati. Fra 90 giorni le motivazioni.