di Laura Valdesi
SIENA
Fumata bianca. E’ arrivata a metà pomeriggio, al termine di una riunione di giunta iniziata al mattino ma che si è focalizzata sulle memorie di Contrade e fantini (solo Tittia aveva già accettato l’ammonizione per il cambio di posto) nel pomeriggio inoltrato. Il mondo del Palio è rimasto sintonizzato con Palazzo Pubblico fino ad allora, in attesa di capire se gli assessori e il sindaco Nicoletta Fabio (assente, naturalmente, il giudice delegato Giuseppe Giordano) avevano accolto le ragioni contenute nei ricorsi. Soprattutto quelli presentati dai fantini che sono poi stati squalificati, Velluto (Lupa) e Tamurè (Nicchio) (vedi articolo a destra), più dalla Contrada dei Pispini. Per somma di deplorazioni – due più quella già pendente – è infatti scattato un Palio di stop per quest’ultima. Per cui, visto che non corre di diritto nel 2025, deve sperare di essere baciata dalla fortuna per scontare subito la pena e tornare quanto prima in Piazza.
Le motivazioni sottese alle decisioni della giunta – relative al solo Palio dell’Assunta perché i fatti del 4 luglio erano già stati archiviati da Giordano – verranno pubblicate all’albo pretorio del Comune. Saranno analizzate con attenzione, soprattutto per quanto attiene alla valutazione che è stata fatta dal giudice ultimo di appello del comportamento fra rivali. Un tema dibattuto nelle Contrade, sono in tanti a ritenere che si possa davvero fare sempre meno per ostacolare l’avversaria secondo le regole, rischiando di trasformare il Palio in una Festa per turisti piuttosto che per i senesi. A tale riguardo risulterà interessante anche capire come si muoverà la Commissione per la revisione del Regolamento che fra poche ore sarà formata.
Veniamo alla decisioni della giunta. E’ stata confermata la censura all’Istrice per il cambio di posto di Tittia, mentre alla Lupa è rimasta la deplorazione comminata per la responsabilità oggettiva riguardante il comportamento di Velluto "che tentava di ostacolare l’avversaria nella parte bassa del canape tanto da avere difficoltà a mantenere la propria posizione". Una condotta potenzialmente idonea a causare incidenti e ad arrecare pregiudizio alla regolare celebrazione del Palio, turbandone lo svolgimento. Questo almeno sosteneva l’assessore Giordano, vedremo se le ragioni della giunta sono identiche dopo aver letto il ricorso di Vallerozzi. Due, come detto, le deplorazioni al Nicchio che per sommatoria fanno scattare la squalifica. Chiamato in causa, secondo Giordano, per il gomito sporto verso Scompiglio, per l’assessore volontariamente, da parte di Tamurè e per la sua azione di disturbo e schiacciamento verso il basso. La censura confermata all’Oca arriva, come per l’Istrice, per il cambio di posto di Carlo Sanna detto Brigante che infatti prende un’ammonizione. Neanche il Valdimontone riesce ad evitare la censura, frutto del comportamento di un contradaiolo e del fiduciario del capitano che, all’altezza dei canapi e in prossimità del verrocchio, subito dopo la caduta di Scompiglio, erano entrati in pista senza autorizzazione. Entrambi, proprio per tale ragione, non potranno ricoprire incarichi soggetti ad approvazione ex articoli 17 e 75 del Regolamento per la Carriera di Provenzano. Cala così il sipario sulla giustizia paliesca, fra mille polemiche e recriminazioni. Con il mondo contradaiolo che s’interroga, in attesa che venga prorogata l’ordinanza Martini, su una Festa che rischia di perdere il guizzo e il sapore antico.