
Fino al 6 gennaio 2026, a Serre di Rapolano, la mostra dedicata alle Crete senesi
SERRE DI RAPOLANO (Siena)"La terra senza dolcezza d’alberi, la terra arida/che rompe sotto Siena il suo mareggiare morto...". Il grande poeta Mario Luzi era affascinato da questo "mare rosso di crete dilavate", un paesaggio tanto immaginifico quanto modellato dall’impegno dell’uomo nel corso dei secoli. È ciò che si specchia, fin dal titolo, nella mostra "Incanto e fatica nelle Crete senesi" che da ieri si è aperta a Serre di Rapolano. Tra l’Antica Grancia medievale, tornata a splendere e ora anche luogo di ospitalità, e l’ex cinema Giuseppe Verdi si riflettono le due essenze tanto della mostra quanto dell’anima di questo lembo della provincia di Siena: di qua la suggestione della natura, ritratta tra l’altro dalle pennellate di Renato Guttuso e Dario Neri, di là la dura vita dei mezzadri di ieri e dei coltivatori di oggi, in una proposta multimediale tra foto, video, interviste, pezzi di vita che saltano fuori dal grande schermo.
"Abbiamo voluto puntare sulle emozioni dei visitatori, che potranno immergersi direttamente nell’unicità di questo territorio", spiega Anna Maria Guiducci, già direttrice della Pinacoteca di Siena e responsabile territoriale della Soprintendenza, curatrice della mostra. E uno degli effetti magici di questo allestimento è proprio la sovrapposizione visiva tra i quadri e il panorama che irrompe dalle finestre della Grancia. Tra le opere, provenienti dalle collezioni di Banca Monte dei Paschi e Pinacoteca Nazionale di Siena, ne figurano alcune mai esposte in precedenza. Oltre ai due Guttuso, donati all’amico Cesare Brandi per l’ospitalità ricevuta nel 1938 nei pressi di Siena, e a Dario Neri (particolarmente intenso “Campagna senese con contadini a riposo”, che da solo definisce il senso della mostra), sono presenti opere di Otello Chiti, Vittorio Giunti, Aldo Marzi, Emilio Montagnani e tanti altri. "La bellezza di queste terre – ha detto il sindaco di Rapolano Terme Alessandro Starnini, tra l’altro ex vicepresidente del Consiglio regionale, con l’assessore Giulia Russo – non va mai disgiunta dall’impegno quotidiano di chi vi ha lavorato per secoli".
È su questo che si incentra la parte contemporanea della mostra, tra materiale d’archivio e il lavoro realizzato per l’occasione da quattro fotografi locali (Davide Borghi, Marco Bruttini, Alessio Duranti e Marco Muzzi) e dall’artista inglese Jacqueline Tune, che ha preso lo spunto da una serie di interviste per capire il rapporto tra cambiamento climatico e mondo dell’agricoltura sviluppato nelle Crete dopo la fine del sistema mezzadrile. "Le immagini del passato e del presente – ha detto Simone Petricci di Visionaria, che ha curato questa parte dell’esposizione – evocano il senso profondo dell’iniziativa dedicata alla Crete senesi".
La mostra resterà aperta fino al 6 gennaio 2026, nei giorni di venerdì (16-19), sabato e domenica (10-13 e 15-19), salvo aperture straordinarie possibili in caso di prenotazioni (info su www.visitrapolanoterme.it, o [email protected]). Da aprile saranno realizzate esperienze turistiche dedicate, per accompagnare la visita alla mostra con la scoperta del territorio, tra i sapori locali (in particolare l’olio) e l’anti arte del lavoro del travertino, le cui cave monumentali sono uno degli elementi del paesaggio che si scorge dall’edificio. "Questo evento culturale eccezionale – dice ancora Starnini – è un omaggio a questa terra che merita di essere valorizzata e rilanciata".