di Laura Valdesi
"Addosso come sentiamo i colori, addosso come durante il giubilo, addosso come siamo stati alla rivale, addosso come l’abito di velluto. Una vittoria impressa sulla nostra pelle". Il vicario Gabriele Bartalucci declina i tanti perché del titolo che è stato scelto e poi impresso sulla copertina del librone della vittoria del 17 agosto scorso. "Addosso", appunto. Pagine curate ed eleganti "perché – sottolinea ancora davanti a tantissimi lupaioli accorsi per vedere com’era stata raccontata l’impresa – la nostra Contrada tiene alla forma". Tradizione e sobrietà ma non è un Numero unico "banale", rivendica Bartalucci a cui ha dato la parola il priore Carlo Piperno. "Solo a Siena possiamo fare una cosa del genere, realizzare ogni volta libri che ci identificano e sono diversi l’uno dall’altro. Siamo, anche alla luce di quanto fatto dalle altre Contrade nel corso degli anni, dei geni", dice l’onorando. Non è accanto alla dirigenza, Velluto. Il fantino e la moglie, insieme ai mangini, sono nel balcone al piano superiore. Discreto. Mai protagonista. Eppure il Numero unico è un omaggio al suo nome di Piazza perché è di velluto nero la copertina. "La Lupa è uscita dagli schemi – si legge sfogliando le prime pagine di ’Addosso’ – , in questi ultimi anni tante volte abbiamo sentito parlare di fantini fuori dal giro che sicuramente erano migliori di tanti altri chiamati ad indossare un giubbetto. Alla fine, però, nessuno li cercava. Giulio (Il capitano, ndr) ha avuto questo coraggio. Ha affidato le nostre sorti ad un professionista stimato da tutti, sia sul piano umano che professionale, ma che da anni era stato esiliato dalla Piazza". Di qui la Carriera, scrivono ancora i lupaioli, "disputata addosso all’avversaria e conclusa con un trionfo che Siena difficilmente dimenticherà". Intriso dell’orgoglio di aver lasciato il segno, modificando il possibile corso degli eventi, questo libro "con tante immagini anche dense e, a tratti, drammatiche", sottolinea Bartalucci. In bianco e nero, come se il tempo fosse sospeso. Poi a colori, quando è chiaro che non stanno sognando.
Si parla anche di strategie paliesche, nel librone. "Molti hanno detto e scritto che la vittoria della Lupa, per come è arrivata, modificherà in futuro importanti equilibri. Sarò vero? Probabilmente no ma la nostra dirigenza, capitan Giulio in testa, ha dimostrato che si può tentare di giostrare il Palio con forza e dignità, anche se poi non è detto che le cose vadano bene". Ma nell’"anatomia di quanto abbiamo vissuto", prosegue l’illustrazione del vicario che con Giacomo Sensi ha lavorato per 28 giorni a testa bassa, anche la notte, insieme alla commissione, trovano spazio i ’segreti’. Dello zucchino, per esempio. Realizzato da Massimo ’Mamo’ Cavallini. Uno zucchino con tanti nomi, anche quelli di Brando e Niccolò Cavallini che insieme al babbo avevano impresso il loro già in quelli vittoriosi del 2016 e del 2018. Poi le frasi bene augurali. L’acronimo NMAV (la vittoria è legata al mio nome), a cui il capitano è legato da vent’anni e ha voluto che lo accompagnasse anche in questa sfida. Riferimenti a chi non c’è più: alcune frasi che legano Giulio Bruni a Leonardo, la foto del giubilo del 1973 sotto la fodera, le iniziali di Paolo Vigni, scomparso il primo agosto. "Dino è sceso in battaglia con un ’eredità importante – si legge ancora – con addosso l’essenza stessa di tutto ciò che rappresenta la Contrada. Protetto dalle solide spalle del nostro passato e guidato dalla fiducia del futuro". Conclude Bartalucci: "Un privilegio portare addosso questa vittoria".