Siena, 9 ottobre 2024 – "Care studentesse, cari studenti, in questi giorni siamo stati informati di un grave episodio di violenza sessuale che è avvenuto in una delle residenze universitarie della nostra città e che ha coinvolto giovani persone della nostra comunità". Inizia così la mail scritta dal rettore dell’Ateneo Roberto Di Pietra ed inviata, poco dopo l’ora di pranzo, a studenti, docenti e personale amministrativo dell’Università.
A tutta la comunità, insomma. Oggetto: "Recenti episodi di violenza di genere". Se la comunicazione voleva richiamare l’attenzione sul tema, stando al terremoto di domande e reazioni che ha provocato, c’è riuscita. "Il senso di questa mail? Continuiamo ad insistere nella lotta alla discriminazione e, appunto, alla violenza di genere perché la realtà ci ricorda che, per quanti passi avanti sono stati fatti, il fenomeno esiste. La sua importanza non deve essere sottovalutata. Ci avviciniamo al 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ndr) e l’Ateneo sta mettendo in campo una serie di azioni su questi temi la cui importanza viene ribadita nel momento in cui accade un altro episodio", osserva la professoressa Alessandra Viviani (nella foto in alto, accanto Di Pietra), delegata del rettore per le politiche di inclusione ed equità dell’Università.
Professoressa, proviamo a chiarire per quanto possibile
"Agli occhi del rettore e della comunità accademica in generale, quando accade un episodio che la coinvolge – qualche mese fa il rinvio a giudizio di una persona e di recente un altro fatto che chiamerebbe in causa, il condizionale è d’obbligo, uno studente universitario – appare corretto domandarsi se stiamo facendo abbastanza. Se occorre impegnarsi di più per continuare a ribadire che la cultura della violenza non fa parte del mondo universitario".
L’episodio a cui si fa riferimento nella mail è avvenuto in una residenza, però diverso tempo fa anche se il rinvio a giudizio risale a prima dell’estate.
"Esatto. Però qualche giorno fa c’è stato un nuovo episodio nel quale sarebbe coinvolto uno studente ma non accaduto all’interno di una residenza universitaria. Sono in corso accertamenti, non so altro, posso solo ribadire la doverosa presunzione di innocenza".
Siamo di fronte ad un’emergenza?
"Non la definirei così nel senso tradizionale del termine, come aumento dei numeri.Ma siamo di fronte ad episodi che ci interrogano come comunità educante e ci impongono di ribadire il valore della lotta alla violenza e alla discriminazione. Dobbiamo capire se il nostro sforzo è sufficiente oppure, come pensiamo, bisogna lavorare di più con le giovani generazioni soprattutto sul tema del consenso nelle relazioni affettive e sessuali".
Nuove iniziative dell’Ateneo?
"E’ stata siglata una convenzione con il Centro antiviolenza di Siena per promuoverne le attività e, nelle prossime settimane, è prevista l’apertura di uno sportello nell’Ateneo. Studenti, ma anche familiari e amici che si trovano di fronte a situazioni di presunta violenza di genere, possono utilizzare questo ulteriore servizio che si avvale di operatrici qualificate".
Lei tiene un corso di ’Discriminazione e violenza di genere’: è partecipato?
"Il primo anno non c’erano ragazzi, la scorsa stagione qualcuno è venuto. La sensibilità sta aumentando ma non possiamo riposare sugli allori, né dare per scontato che il fenomeno non ci riguardi".