
"La Movida Finisce a Siena: Regole Rigide"
"I giovani sono sempre giovani e si vogliono divertire, ma le regole di oggi sono più stringenti di quelle che c’erano ai miei tempi – dice Giampiero Bandini, proprietario dello storico locale Caffè del Corso -. Oggi è più difficoltoso divertirsi rispetto agli anni passati". Bandini ha ripercorso gli anni d’oro della movida senese, analizzando i motivi che sono alla base del suo lento spegnimento.
"Sono nell’ambiente dal 1978, ma da qualche anno gli interessi dei residenti sono in contrasto con la vita notturna – afferma il titolare del locale -. La politica deve prendere una decisione. Non si può fermare la movida in una città universitaria; gli studenti soffrono la mancanza di un’offerta notturna più ampia". Bandini ha recentemente investito sulla riapertura del Re Artù, nome del locale attivo nella Galleria Cecco Angiolieri dal 1987 al 1999. "Al nuovo Re Artù al Chiasso Largo facciamo ristorazione, stiamo aperti tutto il giorno ma chiudiamo subito dopo cena. Ho paura ad entrare nel mondo della notte perché mi hanno scoraggiato a suon di chiusure. C’è tolleranza zero nei confronti dei locali notturni; non vengono permessi i gruppi di persone, siamo considerati responsabili di tutto quello che succede fuori. Sono disincentivato a programmare eventi perché il rischio è che gli affollamenti o i comportamenti di qualche pecora nera generino problemi al locale".
La soluzione per Bandini esiste, ed è quasi a portata di mano: "Ci vorrebbe una collaborazione con le istituzioni, facendo squadra riusciremmo a tenere sotto controllo la vita notturna. Se il gestore è abbandonato a se stesso può far poco oltre chiamare il servizio di sicurezza, che non può intervenire per ciò che accade in strada".
Eleonora Rosi