La parola agli studenti : "I turni sono massacranti. E così la gente va via"

Da chirurgia a radioterapia, da anatomia patologica a anestesia "Dopo l’orario giornaliero di 12-14 ore ci sono a ruota anche le notti".

La parola agli studenti : "I turni sono  massacranti. E così la gente va via"

La scelta della scuola di specializzazione è difficile, ma in alcuni casi i turni di lavoro massacranti scoraggiano chi. vorrebbe intraprendere la carriera di. chirurgo o anestesista

Alcuni paradossi sono inspiegabili, altri si reggono su solide radici ed è il caso delle iscrizioni alle scuole mediche di specializzazione: se in alcune è difficilissimo entrare, in altre ogni anno rimangono molti posti vuoti. È il caso di chirurgia e dell’emergenza urgenza, ma non solo. "Io ho scelto chirurgia generale, sono tante le specializzazioni come la mia che spesso vanno vuote, e questo accade a Siena come nel testo d’Italia: anatomia patologica, radioterapia, anestesia (di cui ci sarebbe grandissima necessità) – ha spiegato Lucia Canepa, neolaureata all’università di Siena ora specialista in chirurgia generale -. La specializzazione in chirurgia ha orari massacranti, che riducono molto le possibilità di mantenere una vita normale: fare 12 ore è prassi, farne 14 è possibile, a volte si fanno notti, guardie e bisogna lavorare anche il giorno dopo. Medicina di emergenza urgenza ha degli orari sostanzialmente fissi, e più o meno sempre di 6 o 8 ore, anche se in quelle ore i ritmi sono massacranti, ma è l’unico aspetto positivo perché in emergenza urgenza sei esposto a pazienti spesso arrabbiati e sottoposto a continue aggressioni". Sulla stessa linea Francesco Miglietta, laureando in medicina a Siena, che ha spiegato: "Ritengo che il problema principale sia la sperequazione fra le varie scuole di specializzazione in termini sia di guadagni futuri che di stile di vita. Le specializzazioni cliniche danno la possibilità di avere orari lavorativi minori, responsabilità minori rispetto ai rami chirurgici e una possibilità di lavoro privato maggiore. Le scuole chirurgiche hanno orari prolungati, che strabordano anche dai limiti imposti dallo stato, possibilità di lavoro privato minore, responsabilità più alte, un tasso di querele e denunce molto più alto rispetto alle specializzazioni cliniche, che poi determinano anche un aumento dei costi dell’assicurazione". Il nodo dunque è quello delle condizioni lavorative. "Probabilmente se si facesse un sondaggio fra gli studenti dei primi anni di medicina tanti direbbero di voler fare chirurgia, cardiochirurgia e anche medicina d’urgenza - ha detto Miglietta -, ma più ci si avvicina al test di specializzazione più in molti si allontanano da questo percorso, proprio perché è fatto di lavoro e orari massacranti, e si preferiscono invece specializzazioni con orari e condizioni di lavoro migliori".

Eleonora Rosi