
La premier esalta Mps: "La vendita di azioni un successo per l’Italia. Non faremo regali"
"Abbiamo avviato questo percorso di privatizzazioni con la vendita delle quote del Monte dei Paschi di Siena, dopo l’annuncio della procedura di vendita accelerata del 20% delle azioni rivolte ai grandi investitori. Nel giro di poche ore, abbiamo ricevuto una domanda di oltre 5 volte superiore all’ammontare iniziale e alzato l’offerta al 25 per cento. Ciò dimostra un interesse per il sistema Italia e, dal mio punto di vista, è stato anche un bel segnale per gli italiani, che, in questi anni, hanno visto uscire miliardi di euro che andavano al Monte dei Paschi, e ora hanno visto rientrare una parte di quelle risorse". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata efficace, ieri al Question Time alla Camera, sulla risposta alle privatizzazioni avviate dal Governo. "La nostra politica - ha detto, parlando di Poste, Ferrovie e altre grandi società - è dare la possibilità di far entrare privati in quote minoritarie di società che sono sotto il controllo pubblico. Garantire la presenza dello Stato dove oggi non c’è, anche in forma azionaria, per affiancare i poteri regolatori e di golden power".
Una battuta contro le privatizzazioni di Eltsin che hanno creato gli oligarchi russi, frecciate alle strategie dei passati Governi, il Monte dei Paschi citato come esempio virtuoso, modello da seguire. "Lle nostre privatizzazioni non saranno svendite in favore degli amici degli amici - ha fatto eco il deputato senese Francesco Michelotti - ma operazioni strategiche che da un lato riducono la presenza dello Stato dove non è necessario e dall’altro, liberano risorse per asset strategici. Oggi MPS è un istituto con dati solidi che dimostrano il posizionamento di una banca in buona salute e capace di competere nel mercato. L’operazione di uscita ordinata dal capitale va nella giusta direzione e può rendere concreto anche il progetto di un nuovo polo bancario attento alle esigenze territoriali, alla tutela del marchio, della storia della banca e dei livelli occupazionali".
Le parole della premier, assieme alle anticipazioni sulla possibile distribuzione di un dividendo con un anno di anticipo rispetto ai piano industriale, hanno fatto volare il titolo Banca Mps in Borsa. A Piazza Affari chiusura a + 4,96%, con l’azione che vale 3,389 euro e la capitalizzazione a 4 miliardi e 269 milioni di euro. Diversi report degli analisti hanno dato una scossa agli acquisti di titoli, in attesa dei conti del quarto trimestre e del bilancio 2023 che saranno approvati dal cda a RoccaSalimbeni il 6 febbraio e illustrati il 7 alla stampa e alla comunità finanziaria.
Le sentenze di assoluzione in appello per gli ex vertici Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori, consentirebbero all’ad Luigi Lovaglio di liberare una bella fetta di accantonamenti nel fondo rischi legali. Stando a Equita e ad altri report, c’è spazio per prevedere un dividendo fino a 11 centesimi per azione, con un utile netto del 2023 superiore al miliardo e 400 milioni di euro. Una quota impensabile fino a sei mesi fa, nettamente superiore anche alle previsioni del management di 1 miliardo e 100 milioni di euro.
Bilanci che avranno il loro peso anche sulle scelte del Governo per le future vendite di azioni. Anche le Fondazioni bancarie che hanno partecipato all’aumento di capitale, confermano il loro sostegno al Monte dei paschi. "La presenza della Compagnia di San Paolo nel capitale - ha detto il presidente dell’Acri Francesco Profumo - è parte di un’operazione ’di sistema’, in cui "alcune fondazioni al momento dell’aumento di capitale hanno definito una strategia comune e questo ha aiutato l’operazione, non tanto per la quantità ma per la credibilità che si è venuta a creare". Riteniamo di dover procedere in questo percorso, rimaniamo soggetti di sistema".