Circa 500 persone, arrivate da ogni regione d’Italia, hanno affollato i giardini della Lizza ieri per manifestare contro il nascente Biotecnopolo senese, in particolare contro la laurea ad honorem che l’Università di Siena ha consegnato ad Anthony Fauci, immunologo statunitense di caratura mondiale e al collega Rino Rappuoli. Bandiere di ogni genere si stagliavano nel cielo. Striscioni e cartelloni inneggiavano alla cacciata di Fauci ("Fauci go home) e a "una ricerca etica senza chimere" o all’uscita dell’Italia dalla Nato. Sul palco si sono alternati interventi per tutta la giornata, mentre ambulanze e forze dell’ordine circondavano la piazza. Nella mattina qualche manifestante ha provato ad arrivare al rettorato, dove si stava tenendo la cerimonia di consegna della laurea a Rino Rappuoli e, soprattutto, a Fauci, bersaglio privilegiato delle accuse dei no vax. I pochi che hanno tentato l’attraversata sono stati fermati dalle forze dell’ordine senza episodi di resistenza.
"Io sono un insegnante, conosco bene i disagi che hanno sofferto i nostri allievi dovendo stare rinchiusi in casa e non potendo interagire con la classe – ha detto Antonio Bozzoni, bresciano–-. Questi eventi mirano ad evidenziare gli aspetti di incostituzionalità di ciò che è avvenuto durante la pandemia in Italia". Fra i manifestanti molti senesi, impegnati prima di tutto nella contestazione del Biotecnopolo. "Non sappiamo cosa verrà manipolato al Biotecnopolo, questi laboratori sono pericolosi nel caso in cui dovesse esserci una fuga di sostanze", ha detto Valeria, senese, che ha dato voce ai timori di tutti i presenti alla protesta della Lizza.
Eleonora Rosi