MAURIZIO BIANCHINI
Cronaca

La prova di notte nel 1964 Così nacque il mito Aceto

L’abitudine di testare i cavalli in Piazza iniziò negli anni ’50 in modo clandestino. Prima della tratta di luglio un ragazzo sfrontato strappò applausi a scena aperta

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di Maurizio Bianchini

La tradizione delle prove notturne non è poi così remota come molti pensano. In effetti l’appellativo di tradizionale si attribuisce a molti aspetti collaterali della nostra festa proprio in virtù del fatto che, essendo la corsa del Palio tradizionale, per estensione si tende ad assimilare tutto ciò che fa parte del ’fenomeno’ Palio anche se le origini delle varie componenti, sono di epoche diverse e, come nel caso in questione, con finalità di varia natura.

Nello specifico, quello delle prove notturne, che aggiungerei clandestine, è un fenomeno che nasce e si sviluppa dalla fine degli anni ’50 e che terminerà con la loro regolamentazione verso la fine degli anni ’90 del Novecento. In precedenza la cosa era resa praticamente impossibile dal fatto che l’interramento della pista, nell’ultimo tratto della spianata di fronte al palazzo Comunale, avveniva la mattina stessa della tratta rendendo di fatto impossibile l’effettuazione di alcuna prova.

Negli anni Sessanta tuttavia, la pratica di portare uno o due notti prima della Tratta i cavalli in piazza prese campo in maniera esponenziale divenendo, di fatto, un appuntamento irrinunciabile per fantini e cavalli debuttanti, che potevano mettersi in luce di fronte ad un pubblico interessato ma, spesso e sempre più, sguaiato, becero e, alla stregua dei più critici loggionisti dei lirici palcoscenici, implacabile nella stroncatura o nella esaltazione di questo o quel cavallo ma soprattutto di questo o quel fantino.

Il contesto era sicuramente inquietante! I primi e più desiderosi di farsi vedere, arrivavano in piazza quando ancora i camerieri dovevano terminare di ritirare i tavolini dei bar e ancora non era del tutto terminato il passeggio serale nel Campo anche solo per pestare la Terra. Fu così, in questo contesto rumoroso e severo, in una piazza priva di alcun elemento di sicurezza (uno per tutti i materassi) che in una notte prima della tratta del Palio di Luglio del 1964 si presentò in piazza un ragazzo taciturno e sfrontato che con la sicurezza e il coraggio dell’incoscienza e della gioventù in pochi giri di galoppo sfrenato, conquistò il favore di questa variegata platea, strappando applausi a scena aperta.

In molti chiesero chi fosse quel ragazzo moro che aveva anche nel nome un richiamo ad una nobiltà equestre d’altri tempi. Di quel ragazzo avremo sentito parlare per molti anni e quel nome antico sarebbe entrato di prepotenza nella grande storia del Palio. Quell’anno corse i suoi primi Palii e l’anno successivo ne vinse uno. Quella notte nasceva il mito di Andrea De Gortes in arte Aceto.