Non si è fatta attendere la reazione del cardinale Augusto Paolo Lojudice arcivescovo di Siena all’approvazione della legge regionale sul fine vita.
"Prendiamo atto – dice il cardinale in un video messaggio – della scelta fatta dal consiglio regionale della Toscana, però questo non limiterà la nostra azione a favore della vita sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose ai religiosi, ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico a tutti: non arrendiamoci. Continuiamo a essere portatori di speranza e di vita. Nonostante tutto". E chiude con parole molto dure: "Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un un traguardo, ma una sconfitta". In questi giorni il cardinale Lojudice è intervenuto più volte per far sentire la voce della Chiesa cattolica in questo difficile dibattito.
Non risparmia un pesante attacco al consiglio regionale toscano il deputato senese di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti. "Con l’approvazione della legge sul suicidio medicalmente assistito, la Toscana ha toccato il punto più basso della sua storia. La terra di Dante, di Santa Caterina da Siena, di San Bernardino, culla di una civiltà anche religiosa, oggi ha aderito alla cultura dello scarto e della morte. Fratelli d’Italia non può accettare una legge simile. Da sempre ci battiamo, e sempre ci batteremo, contro questa anti cultura, con rinnovata fermezza, il nostro sì alla vita, dal concepimento alla morte per cause naturali. Questa legge disumana appena approvata potrebbe comportare, per un’ampia platea di donne e uomini, a sentirsi spinta verso la morte; pensiamo alle persone sole con gravi malattie, agli anziani, ai fragili. Chiederemo l’intervento del governo, affinché esamini con cura tutti gli elementi di conclamata incostituzionalità di questa legge. Come avevamo già avuto modo di sottolineare infatti, la Regione non è competente su questa materia, sulla quale lo è invece lo Stato e a confermarlo è l’articolo 117 della Costituzione".
In questi giorni il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Scaramelli, Italia Viva, era intervenuto più volte sul tema, anche dopo aver incontrato il cardinale. Nel suo discorso, al momento del voto sulla legge per il fine vita, ha detto: "Questa legge non istituisce un diritto ma ne regolamenta l’esercizio". Ed ha aggiunto, motivando il voto a favore dlela leggere regionale: "Cure palliative, hospice, assistenza domiciliare al dolore, rinnovo della Commissione di Bioetica al fine di garantire l’accompagnamento dignitoso e rispettoso della vita nella fase terminale. È l’impegnativa del nostro Ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale che ci ha portato a dare voto favorevole alla proposta di legge d’iniziativa popolare sul fine vita".
m.b.