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La senese che conquistò Raffaello

Cinquecento anni fa moriva Margherita Luti, la celebre ’Fornarina’, modella e amante del grande artista

Si racconta che esattamente cinquecento anni fa, a soli 22 anni, il 14 marzo del 1522, lasciava questa terra, per diventare subito eterea leggenda, Margherita Luti, chiamata La Fornarina, anche grazie al celebre ritratto di Raffaello Sanzio, che la volle dipingere, lasciandola quindi al destino di immortale.

Era figlia di Francesco Luti detto Il Senese, che si era trasferito dalla nostra città a Roma, di professione fornaio nel rione di Trastevere. Una senese di travolgente bellezza, di fascino irresistibile, che divenne ben presto non solo la modella preferita di Raffaello, ma anche la sua amante, per un amore travolgente che fece parlare tutta Roma.

La Fornarina passa alla storia per la sua naturale grazia, per quella parlata toscana resa ancora più gentile dal soggiorno romano, dall’aver frequentato amicizie importanti, visto che il padre si era ben presto arricchito e poté far compiere alla figlia studi e corsi di buone maniere. Aveva incantato ricchi e nobili romani, tanto da suscitare malsane invidie, soprattutto dell’altrettanto bella e molto più potente Eleonora d’Este, che era stata l’ispiratrice di tante opere di Raffaello, ma ben presto sostituita dalla bellezza spontanea e altrettanto raffinata della Margherita Luti.

Di lei, si ha tutta una narrazione romantica ottocentesca, fino allo studioso di fine secolo Antonio Valeri che scopre il suo ritiro in convento poco prima della sua precoce morte. Il suo amante e protettore era scomparso da poco tempo, anche lui portato via dalla morte in piena giovinezza. Una tradizione di bellezza che arriva fino ad oggi attraverso il cinema: il regista polacco Walerian Borowczyk ce ne offre un languido e carnale ritratto nel film ad episodi "Tre donne immorali?" del 1979 dove, oltre ad essere l’amante di Raffaello, è conquistata dal banchiere Bernardo Bini. Ma finisce per avvelenarli entrambi.

Ancora una volta la leggenda sovrasta la storia, facendo della Fornarina un mito di bellezza e di seduzione, resa ancora più drammatica dalla fine avvenuta proprio nello splendore dei suoi anni. Restano le parole che descrivono il suo splendido volto, le sue forme, ma soprattutto quell’aura di compiacimento che hanno quelle donne che conquistano con rapidità la vetta più alta della scala sociale. Adoperando in egual misura intelligenza e bellezza.

Massimo Biliorsi