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In servizio. al Cassero Alessandro Bagni è un po’ sentinella e un po’ anfitrione, preposto anche all’accoglienza delle comitive
In servizio volontario permanente al Cassero della Fortezza di Poggio Imperiale. Alessandro Bagni è un po’ sentinella e un po’ anfitrione, un guardiano no profit preposto anche all’accoglienza delle comitive. "Sono un operaio in pensione che si dedica in forma disinteressata a questo tipo di attività per conto della Pro Loco. È il mio impegno quotidiano, per la comunità della Valdelsa e per chi arriva da fuori". Parole semplici che arrivano dal profondo del cuore da parte di Alessandro Bagni, noto a Poggibonsi con il nomignolo ‘Sile’. Una passione per gli aspetti storici locali - anche attraverso una collezione di foto d’epoca relative all’evoluzione di Poggibonsi nei decenni - coltivata fin dal tempo in cui, da metalmeccanico, realizzava letti in ottone per una ditta di Poggibonsi. La "stagione" deve ancora ovviamente decollare e in ogni caso oggi è previsto l’evento conclusivo di una rassegna d’arte il cui titolo - La casa del custode - è già un programma. Comunque lui è presente in zona, con la disponibilità e la cortesia di sempre. "La mia giornata-tipo al Cassero? Al mattino apro le porte e controllo che ogni cosa sia in ordine. Nei periodi delle visite, mi presto a ricevere il pubblico. Avviene così dal 2011, con immenso piacere e soddisfazione da parte mia. E spero anche le persone che si avvicinano alla superficie per scoprire le bellezze del circondario o per trascorrere una giornata all’ aria aperta". Quante presenze? "Difficile un conto preciso. Dico soltanto che, cifre alla mano, arrivo a distribuire dai 1200 ai 1300 dépliant con cadenza annuale. L’intento è far conoscere Poggibonsi, la sua storia, i suoi tesori. Nelle scorse settimane ho dato una mano alla Pro Loco e al Laboratorio Francesco Costantino Marmocchi nel cartellone di ‘Poggibonsi fra storia e leggenda’, con il prezioso allestimento di Marco Maestri". Ed eccoci a ‘La casa del custode’, progetto culturale a firma dell’artista Raffaele Di Vaia, ideato da Antonella Iannella e targato Mixed Media, che si propone di valorizzare l’area. "Gli organizzatori mi hanno chiesto di utilizzare le stanze - spiega - e ho acconsentito. A Poggibonsi, in battuta, mi hanno chiesto: ‘Ma tu che sei il custode, sei rimasto senza casa per fare posto all’installazione?’. E io ho risposto che la mia abitazione ce l’ho, con la famiglia e i nipoti. Al Cassero svolgo un servizio che va interamente a beneficio della comunità".
Paolo Bartalini