PAOLA TOMASSONI
Cronaca

La sfida dell’immunoncologia. Nuovi vaccini Rna anti-cancro

I big del settore a Siena. Il professor Maio: "Qui uno dei centri più importanti al mondo"

La sfida dell’immunoncologia. Nuovi vaccini Rna anti-cancro

La sfida dell’immunoncologia. Nuovi vaccini Rna anti-cancro

"Siamo alla VII edizione del think tank, sempre a Siena, dal 2017 a oggi. Questo piccolo grande appuntamento dove discutiamo sul presente e sul futuro delle terapie anticancro fa di Siena uno dei centri più importanti al mondo in ambito oncologico": all’hotel Garden è in corso da tre giorni ‘A Vision of I-O: call for actions’, dove I-O sta per immunoterapia oncologica.

È il meeting internazionale organizzato dalla Fondazione NIBIT e dal Centro di Immuno-Oncologia delle Scotte, diretto dal professor Michele Maio, con il Parker Institute for Cancer Immunotherapy e il World Immunoterapy Council. Al congresso quest’anno una settantina fra i più importanti esponenti del mondo della ricerca: "C’è un nucleo storico di partecipanti da tutto il mondo – dice il professor Maio – e sono coloro che hanno lasciato il segno nello studio e sviluppo delle terapie anticancro". Fra i coordinatori scientifici, Bernie Fox e Ramy Ibrahim, John Connolly da San Francisco e Sergio Abrignani, ex Chiron Vaccini a Siena, ordinario di patologia a Milano e membro del comitato tecnico scientifico; l’anno scorso ha partecipato Jim Allison, premio Nobel nel 2018 come pioniere dell’immunoterapia per la cura dei tumori. E quest’anno il meeting è arrivato sulla scia del Premio Nobel per la Medicina a Katalyn Karikó e Drew Weissman, per i vaccini a mRNA contro il Covid.

Vaccini come quelli di Pfizer e Moderna non introducono nelle cellule il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve per costruire copie della proteina Spike, stimolando il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici. È lo stesso meccanismo degli immunoterapici, che alzano il livello del sistema di difesa.

Professore la tecnologia a Rna messaggero dei vaccini Covid può essere utilizzata anche contro i tumori?

"In realtà si è iniziato a lavorare su farmaci a Rna negli anni ’80 per combattere il cancro, poi la stessa tecnologia è stata utilizzata per il Covid. Il virus ci ha fatto capire come questi farmaci possono funzionare. A Siena abbiamo farmaci terapeutici con tecnologia Rna, per trattare pazienti con cancro".

Quali i temi del meeting?

"Ogni anno ci concentriamo su tre argomenti: il primo è come le modificazioni epigenetiche possono migliorare l’efficacia dei farmaci immunoterapici. Gli altri due convergono sull’identificazione dei biomarcatori tumorali per selezionare i pazienti che possono avere una migliore risposta dai trattamenti immunoterapici. Oggi trattiamo tutti i tumori, ma c’è un 40-50% di pazienti con alcuni tipi di tumore che non risponde alle terapie. La sfida è sviluppare terapie mirate alle caratteristiche biologiche di ogni paziente".

Quali i risultati migliori e quali da migliorare?

"L’immunoterapia, da sola o combinata con chemio e farmaci, ha risultati importanti sul melanoma, cancro del polmone, tumori gastrointestinali e mesotelioma. Dobbiamo invece continuare a lavorare sui tumori cerebrali primitivi, tipo neuroblatoma".