di Pino Di Blasio
David Serp, responsabile produzione Gsk Vaccines in Italia, non si sorprende della reazione suscitata dall’annuncio dell’investimento di 18 milioni di euro per migliorare la produzione dei vaccini contro la meningite.
"Ovviamente in Gsk siamo concentrati sulle soluzioni anti Covid; ma ci sono altre malattie da combattere anche durante la pandemia. Tra le quali c’è la meningite. Gsk ha preso l’impegno di produrre vaccini contro diversi tipi di malattie, nello stabilimento di Rosia siamo coinvolti per dare risposte alla richiesta globale di prevenzione contro i devastanti effetti di questa malattia".
A cosa serviranno quei 18 milioni di euro?
"Soprattutto per migliorare e ristrutturare lo stabilimento dedicato alla produzione di uno degli antigeni per il vaccino Bexsero. Uno dei vaccini più importanti per Gsk, uno dei motivi di orgoglio per il polo senese, che ha spinto il gruppo a investire molte risorse su Rosia. Vogliamo realizzare un programma di ammodernamento delle tecnologie e dei processi manufatturieri di una delle componenti del vaccino contro il meningococco B, denominata OMV, overo Outern Membrane Vesicles".
Il Bexsero, sviluppato a Siena, è una voce importante per i fatturati Gsk?
"Il vaccino è stato sviluppato a Siena, quasi tutta la produzione è fatta a Rosia, eccetto alcuni componenti in un altro sito. Diciamo che Bexsero è strategico per Gsk, come trend di crescita. Assieme al vaccino contro l’Herpes Zoster".
Il sito di Rosia non sarà coinvolto nella produzione del vaccino antiCovid Gsk-Sanofi?
"A Rosia produrremo anche l’adiuvante per il vaccino contro l’Herpes Zoster, grazie a un investimento di 10 milioni di euro. Sul Covid Gsk ha collaborazioni con altri gruppi, non solo con Sanofi, come ad esempio la canadese Medicago. Noi produrremo l’adiuvante, anche a Rosia, i partner faranno l’antigene e il vaccino completo".
Notizie che confermerebbero la strategicità dei siti di Siena e Rosia per la galassia Gsk.
"In questi tre anni da responsabile Gsk Vaccines abbiamo apportato tanti cambiamenti. La squadra ha fatto un lavoro eccezionale, per far crescere la performance del sito. Abbiamo lavorato sulla cultura, sulla formazione, abbiamo introdotto, metodi nuovi di produzione e più efficaci. Tutto questo ha permesso di migliorare la solidità dei nostri processi, ci ha fatto diventare molto più affidabili, la credibilità a livello globale è cresciuta ed è più facile attirare investimenti su nuove produzioni. Il nuovo centro di controllo qualità è solo una parte degli sforzi che abbiamo fatto. Il livello raggiunto a Rosia è molto alto. E ciò ci rende felici".
Tutto questo come si trasformerà in garanzie occupazionali e nuovi posti di lavoro?
"Non c’è nessuna garanzia che possa valere in eterno. Noi dobbiamo continuare a migliorarci, tentare di attrarre su Rosia nuove produzioni e investimenti ulteriori. Questo aiuta sicuramente a mantenere i livelli occupazionali. E anche a incrementarli, eventualmente in modo temporaneo, quando serviranno più risorse umane per rispondere alla domanda crescente di prodotti".
Non ci sono più gli effetti automatici, più investimenti uguale più occupazione?
"Con nuovi progetti riusciamo ad attrarre maggiori attività produttive. Non è una garanzia automatica di nuova occupazione, è la conferma di poter mantenere l’attuale forza lavoro. Non dobbiamo e non possiamo mai fermarci, il mercato è estremamente competitivo. E il sito Gsk di Rosia non è in competizione solo con gli stabilimenti concorrenti, ma anche con altre realtà aziendali. E la conferma della presenza del sito sul territorio nel lungo periodo è il nostro successo più grande".