Il 2 luglio del 1929 il Leocorno si aggiudica sul Campo il drappellone di Vittorio Giunti. Da quel cencio fino a tutto il 1934 sarà sempre lo stesso artista che realizzerà l’opera. Una sorta di artistica egemonia di Giunti. Se esaminiamo questo che prende la strada di Pantaneto, notiamo subito il senso esile, la sincera e ben costruita raffinatezza, il sicuro equilibrio pittorico fra i vari elementi, il ben riuscito florilegio. Gli angeli volano e seguono l’immagine della madonna di Provenzano, il tutto senza coprire nulla più del necessario: l’opera mostra che, storicamente parlando, c’è più attenzione verso la realizzazione del drappellone. Insomma, qualcosa sta cambiando e lo fa in meglio. Probabilmente la spinta viene dalle stesse Contrade, che stanno cominciando a vedere anche in prospettiva l’uso della Sala delle Vittorie, che cominciano a popolarsi di opere. Si diventa insomma, proprio dal finire degli anni venti del novecento, molto più esigenti. Il cencio di Vittorio Giunti lo potrete ritrovare quindi nelle Sale del Leocorno, dopo la corsa vittoriosa della cavalla Giacca con il fantino Ferruccio Funghi detto Porcino, mentre il Capitano che passa alla storia è Duilio Fantacci.
Massimo Biliorsi