
La soluzione Palasport Verso l’agibilità ridotta grazie alla strategia voluta dalla prefettura
Pino Di Blasio
Nel corso dell’ultima riunione della commissione, ai tecnici del Comune e all’ingegner Zucchelli che le ha presentato il progetto esecutivo dei lavori al PalaEstra, la viceprefetto ha ricordato che l’impianto, se non è agibile per le partite di campionato di volley e basket, non lo è nemmeno per le attività giovanili e parallele, come la palestra. Quindi andrebbe chiuso fino al termine dei lavori. Che non si sa quando potranno iniziare, nonostante l’ottimismo un po’ eccessivo degli assessori comunali, convinti di cavarsela in pochi mesi. Forse anche entro fine anno. Visti i precedenti e considerando la vastissima letteratura degli appalti pubblici in Italia, che non è meno complessa nonostante il nuovo codice, pensare che in pochi giorni si bandisca la gara per le opere di ristrutturazione e messa a norma dell’impianto, che ci sia subito la ditta vincitrice e che si parta a settembre, sembra quanto meno fantasioso.
La commissione sulla sicurezza è stata convocata per esprimersi sull’agibilità del Palasport. Prima che arrivassero le nuove norme in materia di antisismicità e sicurezza degli edifici, l’impianto godeva di un certificato di agibilità valido fino al 2026, a capienza ridotta e dopo deroga del sindaco di Siena. Ora ci sono regole e norme più ferree, ma il Palasport di viale Sclavo è una struttura che risale al 1950. Da qui, la soluzione indicata dal viceprefetto. Che ha chiesto un’integrazione all’ingegnere progettista sulle condizioni di agibilità, riferite alla normativa precedente. Se in base a quelle norme, il palasport può essere considerato agibile, anche con una capienza ridotta, a 1.500 o persino a mille spettatori, la commissione sarebbe pronta a rilasciare il nulla osta. Nel caso in cui l’ingegner Zucchelli riterrà che non ci siano le condizioni, nemmeno in base alle regole di un tempo, la commissione presieduta dal rappresentante del prefetto chiuderà l’impianto, fino al termine dei lavori.
Gli esiti della riunione e la soluzione indicata al Comune e al progettista, dovrebbero portare a un epilogo che accontenta tutti, a cominciare dall’Emma Villas e Mens Sana Basket. L’ingegner Zucchelli verifica le condizioni di agibilità, trova la chiave tecnica per validarle e le presenta alla commissione. Nella prossima seduta arriverà il via libera. I lavori previsti nel progetto esecutivo partiranno alla fine dei campionati, il Comune potrà iniziare l’iter della gara d’appalto con meno ambasce. E il sindaco Nicoletta Fabio troverebbe la risposta anche alle critiche di Anna Ferretti, sua sfidante al ballottaggio e consigliere di Progetto Siena. Che non ha certo torto nel dare fiato alla preoccupazione di tutti gli sportivi senesi, che rischiano di passare un anno a vedere le partite solo in televisione. Nemmeno Emanuele Montomoli, presidente del Costone, ha torto nello stigmatizzare il fatto che il Comune si sia fatto carico di interessi privati, rilevando il PalaEstra. Tutti ricordano la trattativa tra la vecchia giunta e la Polisportiva diretta da Leonardo Tafani. Che ora è anche presidente di Sigerico, società che avrebbe dovuto gestire anche il Palasport. Ma il concetto condivisibile espresso da Montomoli è un altro: come ha fatto una città che dal 2001 al 2013 ha avuto la fetta più grossa dei 1.543 milioni di euro erogati dalla Fondazione Mps, a non investire le briciole di quella torta in impianti sportivi?