PINO DI BLASIO
Cronaca

La startup antideclino "MindAhead, terapie digitali per combattere Alzheimer e demenza"

L’ingegner Fedele tra i fondatori della società finanziata anche da Ikigai "Raccolti 700mila euro, servono 3 milioni per sviluppare la piattaforma che rallenta gli effetti delle patologie senili e le previene precocemente".

La startup antideclino "MindAhead, terapie digitali per combattere Alzheimer e demenza"

di Pino Di Blasio

"MindAhead è una start up che sta per compiere un anno ed è specializzata nella ricerca di soluzioni terapeutiche digitale per contrastare il declino cognitivo, Alzheimer e demenze. Siamo quattro fondatori di Paesi diversi, Italia, Germania, Austria e Svizzera, tutti con competenze nell’ambito della digital health. Uno è medico specializzato in queste patologie. Io sono il regista della startup, curo tutta la parte tecnologica, a Siena abbiamo la componente sviluppo".

L’ingegner Pasquale Fedele, ingegnere informatico e imprenditore, ha creato e diretto tante aziende nell’ambito della ricerca e sviluppo di soluzioni di interazione tra uomo e macchina, da LiquidWeb a BrainControl, sul controllo di tecnologie assistive mediante onde cerebrali. Ora scommette sulle cure digitali contro le patologie del declino cognitivo e le demenze senili. Con la startup MindAhead sta per raggiungere l’obiettivo di una piattaforma digitale terapeutica per prevenire o rallentare gli effetti dell’Alzheimer e delle altre forme di demenza.

"Il primo finanziamento per MindAhead è venuto dal gruppo Roche - rivela l’ingegner Fedele - e da Cassa Depositi e Prestiti. Finora abbiamo raccolto 700mila euro, l’obiettivo è arrivare a 3 milioni di euro di investimento totale. Per questo abbiamo partecipato sia al bando Ikigai, della Fondazione Mps, che ci ha dato un impulso nei primi mesi, sia a Elite di Intesa Sanpaolo".

I soldi raccolti finora e quelli che dovrebbero arrivare presto serviranno per sviluppare due prodotti tecnologici. "Il primo - è sempre Fedele che parla - sarà certificato quest’estate come dispositivo medico, visto che siamo già a buon punto. L’altro è nell’ambito diagnostico, siamo a buon punto anche su quello. Ma c’è tutta la trafila dei trials clinici da seguire".

Dalla prevenzione alle terapie, tutte dirette contro le patologie legate al declino cognitivo. "Una volta diagnosticate, non c’è purtroppo nessun farmaco che possa far regredire queste malattie. L’unica possibilità è intercettarle in anticipo, con una diagnosi precoce, e poi contrastare il declino. Il nostro approccio si basa sulla terapia digitale che serve a cambiare le attitudini e i fattori di rischio. Sono tanti, vanno dall’attività fisica all’alimentazione, dagli stili di vita alle attività sociali".

L’ingegner Fedele non sta descrivendo una semplice app contro la demenza. "Il nostro è un software, che ha sia la parte app che una piattaforma per il medico. La terapia che è più avanti, che certificheremo come dispositivo medico entro l’estate, si rivolge a chi ha già una diagnosi e i primi sintomi di demenza e declino cognitivo. L’altra, più diagnostica, punta a intercettare fino a venti anni prima l’insorgere della demenza. Non solo interpretando i fattori genetici, ma anche i fattori di rischio. La prima certificazione medica, del ministero della salute, varrà a livello europeo, servirà anche per la commercializzazione del dispositivo. In Germania anche le terapie digitali vengono rimborsate come un farmaco".