Anche domani, in omaggio con La Nazione in edicola, la terza stampa delle foto storiche dell’Archivio Alinari. L’iniziativa è realizzata con Fondazione Alinari nell’ambito degli eventi per i 165 anni de La Nazione. Le stampe, fra le quali anche foto storiche di Siena, vengono regalate una al giorno fino a sabato.
Sono realizzate in cartoncino, in formato A4 e riportano su un lato l’antica foto Alinari, la cui riproduzione è realizzata con tecniche di stampa sofisticate che ne esaltano colori e finiture originali; sul retro sono riportati la didascalia, data dello scatto originale e un breve testo per contestualizzare l’immagine. Quella di domani è di Aurelio Monteverde, Piazza del Campo, Siena, 7 luglio 1922, Archivi Alinari.
Un patrimonio storico e documentario cui appartiene anche il nostro giornale. Gli Archivi Alinari sono uno dei giacimenti di documentazione fotografica più rilevanti per la storia della fotografia, non solo italiana. La loro lunga vita ha origine nel 1852 a Firenze, nello stabilimento fotografico considerato il più antico al mondo, quello di Giuseppe, Leopoldo e Romualdo: i Fratelli Alinari. Nel corso degli anni, durante i diversi cambi di proprietà, l’archivio si è accresciuto, anche attraverso acquisti e donazioni, raggiungendo la consistenza di oltre 5 milioni di beni fotografici. È divenuto pubblico nel 2019 grazie all’acquisizione della Regione Toscana che oltre ad averlo salvato dalla dispersione, nel 2020 ha creato la Fondazione Alinari per la Fotografia, per la sua gestione, conservazione e valorizzazione.
Il patrimonio è composto da materiali fotografici, documenti, una ricca biblioteca specializzata, apparecchiature fotografiche, attrezzature storiche da atelier, corredi e strumenti che testimoniano in vario modo l’uso e la pratica della fotografia. Il pezzo più antico dell’archivio è un raro e prezioso dagherrotipo del 1841 che ritrae una suggestiva immagine di Firenze sotto la neve. Appartiene a un fondo di oltre 3mila oggetti, quello degli Unicum, che è stato di recente valorizzato anche grazie a restauri condotti con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure.
L’obiettivo principale della Fondazione è restituire alla fruizione pubblica questo patrimonio museale, archivistico e bibliografico, attraverso ricerche, campagne di restauro, nuove catalogazioni e digitalizzazioni, mostre e iniziative.