"E’ intorno una certa idea di università che ruoterà questo mio discorso inaugurale", inizia così il rettore Tomaso Montanari la relazione con cui ieri ha aperto la cerimonia inaugurale dell’anno accademico all’Università per Stranieri. Alla presenza delle istituzioni locali e dei rettori degli atenei toscani, la cui "coesione è luce in un periodo non particolarmente luminoso", sottolinea Montanari.
La relazione del rettore ’scorre’ dal contesto mondiale in cui la democrazia soffre, al contesto nazionale con i tagli governativi e la "certa idea di università" che si contrappone all’attualità è quella della ’torre’ che si erge a formare il pensiero critico. "Non sono tempi ordinari, per l’università: in Italia e in tutto l’Occidente. Due giorni fa, si è insediato un governo americano che ha dichiarato di riconoscere nell’università del proprio Paese un nemico. La mutazione della democrazia in oligarchia (nel senso, aristotelico, di ‘governo dei ricchi’) passa attraverso un orientamento del flusso di informazioni e una riduzione della scuola e dell’università a percorsi di formazione professionale. Luoghi in cui ‘si impara a fare’ (e non già a pensare!), come ha scritto l’uomo più ricco del mondo, ora membro del governo degli Stati Uniti. In Italia si è già passati ai fatti. Un taglio senza precedenti al Fondo di finanziamento ordinario fa sì che nel 2025 il sistema universitario non assumerà. E l’internazionalizzazione dell’università italiana consisterà nel regalare una intera generazione agli atenei di altri Paesi. Credo che questo non sia il momento di tacere: è il momento di dare l’allarme, se vogliamo meritarci di vivere nella torre. E se vogliamo che la torre resti in piedi".
E ancora: "Lo sappiamo: l’università è tutto tranne che perfetta. Non è libera e giusta come dovrebbe, e non forma alla libertà e al pensiero critico quanto vorremmo. Ma oggi rischia di essere messa alla catena del potere esecutivo. Abbiamo bisogno di un luogo di pensiero libero, divergente, scardinante, non subordinato agli interessi di chi detiene il potere: l’università è quel luogo se autonoma".
Quindi l’accenno al lavoro e alla precarietà: "Abbiamo voluto che oggi fosse con noi una rappresentanza dei lavoratori della Beko e tra pochi minuti prenderà la parola una rappresentante del nostro Osservatorio sulla precarietà. La precarietà del lavoro unisce ricercatori e lavoratori dell’industria, e siamo persuasi che la politica non sia salvarsi da soli, ma sortirne insieme, come diceva don Milani". E, prosegue Montanari, "Il 58esimo rapporto Censis conferma che l’Italia ha l’analfabetismo funzionale più alto d’Europa, e l’informazione e l’opinione dei nostri concittadini si formano sempre di più sui social media. Dobbiamo ripensare la funzione sociale dell’università. Il Piano strategico della Stranieri contiene il progetto di un corso di alfabetizzazione critica aperto a tutta la cittadinanza, un laboratorio di ricostruzione di strumenti critici; e un corso di cultura queer, ma non so se questo attirerà anche a noi un’istruttoria del superiore Ministero".
Montanari parla quindi di ricerca, degli scavi di San Casciano, della costruzione del ‘vincolo’ sul Palio. Poi la didattica: "La ripresa delle immatricolazioni (più 8%) ci incoraggia ad andare avanti. Innanzitutto, completando il rinnovamento dell’offerta didattica: la nuova laurea triennale in Plurilinguismo si è rivelata un successo, mentre va ripensata quella in Geografia della decolonizzazione. Stiamo varando la nuova magistrale in Relazioni internazionali e partirà il secondo dottorato incardinato alla Stranieri,quello in Studi di traduzione, realizzato insieme alle Università di Siena e Pisa.
Infine il rettore guarda a Gaza, tema al centro della lectio di Paola Caridi: "Mi avvio alla conclusione, venendo alla missione ‘speciale’ di questo ateneo a statuto speciale: la comprensione dell’altro, l’apertura al mondo, la sensibilità a ciò che succede nella comunità internazionale. L’imperialismo, il colonialismo, il genocidio non appartengono al passato. Di fronte a ciò che è accaduto a Gaza in 15 mesi, abbiamo preso posizione; attribuiremo una laurea honoris causa a Suad Amiry. La lettura del libro di Paola Caridi, Gelso di Gerusalemme, mi ha fatto pensare che è questo che la nostra università ambisce a formare: la capacità di comprendere l’altro".
Paola Tomassoni