La filiera delle associazioni edili in una chiesa senza tetto è già un’immagine evocativa di per sé. E se poi quella chiesa è l’abbazia di San Galgano, luogo pieno di suggestioni e di grande forza, allora il cerchio è talmente completo da diventare un simbolo. Quello scelto da Luca Zingaretti insieme ad altre meraviglie nazionali, dal Colosseo alla Reggia di Caserta, per la campagna promozionale delle organizzazioni del settore edile: Anaepa-Confartigianato Edilizia, Ance, Fiae Casartigiani, Claai, Cna, Confapi Aniem, Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, Agci Produzione e Lavoro, FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil.
"Attraverso la storia dei monumenti, un manifesto di orgoglio e speranza, si lancia un messaggio per ricordare che siamo i protagonisti del nostro futuro, un futuro fatto di lavoro, innovazione, sostenibilità e sicurezza", sottolinea il presidente Ance Siena, Giannetto Marchettini.
L’occasione per rilanciare ancora una volta sul palcoscenico televisivo la nostra terra, che in tante occasioni è stata scelta come set naturale per le campagne pubblicitarie. Si ricorderà il clamoroso successo del casale che ha dato vita a tanti spot del Mulino Bianco, nel territorio di Chiusdino, prima di finire all’asta.
Oppure il capoluogo, naturale sede individuata da tante aziende. Ovviamente il Monte dei Paschi (Pavarotti che si affaccia dalla scala elicoidale della Rocca o nel salone dei concerti di palazzo Chigi Saracini), i Ricciarelli che vengono preparati nella bottega Sapori affacciata su piazza del Campo, o ancora la nuova - allora - Fiat Cinquecento che manovra in Diacceto con Gino Paoli sullo sfondo.
Saltando da un decennio all’altro e da un territorio all’altro, spuntano i ricordi di Antonio Banderas e Valeria Mazza, bellissimi, con le calze San Pellegrino sul set a San Sano; il leone della Faac che si pietrifica in piazza Grande a Montepulciano (e si narra che sfuggì al controllo del domatore, mettendo in fuga un gruppo di suore); Vittorio Gassman sempre a Montepulciano per banca San Paolo, con palazzo Contucci coperto di impalcature in legno alla maniera antica. E sempre a Montepulciano, più di recente, Dolce e Gabbana con il modello Mariano Di Vaio e la Valdorcia a fare da sfondo all’Acqua Panna, proveniente però dal Mugello. Non mancarono le polemiche, come quando a Montepulciano, per il Gigante buono della Ferrero, fu modificata la torre del palazzo comunale. Mentre di recente, in coincidenza con lo scorso Giro d’Italia, Vincenzo Nibali pedalò sulle strade della Valdorcia per promuovere il colosso degli pneumatici Continental.
Un panorama parziale, perché tante ancora sono state le occasioni costruite sulla ricchezza della provincia di Siena, su una verità incontestabile: la bellezza del nostro territorio attira i soggetti più disparati, come sottolinea ancora il presidente di Ance Siena Giannetto Marchettini: "Rivendichiamo con forza il ruolo di manutentori del patrimonio storico del nostro territorio – afferma – oltre che di imprese che contribuiscono all’ammodernamento del territorio attraverso la creazione di nuove costruzioni e infrastrutture. E vedere che per la realizzazione dello spot sono state scelte proprio alcune ambientazioni e parte del patrimonio storico e artistico del nostro territorio, evidenzia il ruolo di bellezza e ben costruito che la nostra provincia riveste nell’immaginario collettivo italiano".
Nello spot “Noi che veniamo da lontano”, scritto, diretto e interpretato da Luca Zingaretti, vengono proposto "immagini di monumenti che sono diventati simboli universali: la Reggia di Caserta, il Colosseo, la Mole Antonelliana, gli acquedotti, l’Abbazia di San Galgano a Chiusdino. Capolavori che non sono solo costruzioni, ma espressioni di una cultura, di un ingegno che ha segnato il cammino dell’umanità", si legge nella nota stampa di Ance.
E la conclusione è proprio all’interno e davanti all’abbazia di San Galgano, con professionisti e operai che si ingegnano intorno alla chiesa senza tetto, studiando cartine e prendendo misure. Come se proprio quell’edificio mutilato fosse al centro di una grande opera di ristrutturazione. Solo simbolica, perché la sua bellezza universale sta proprio nella mancanza della copertura, che fa entrare il cielo nel cuore delle navate.