ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

La versione di Valenti: "Il Pd è in buona salute, ottimi risultati al voto. Ma Colle è una ferita"

Il segretario provinciale guarda alla stagione dei congressi: "A ottobre toccherà a Colle e Montepulciano, Siena comunque entro il 2024. Il mio mandato scadrà tra un anno, non vedo accelerazioni". .

La versione di Valenti: "Il Pd è in buona salute, ottimi risultati al voto. Ma Colle è una ferita"

Andrea Valenti, segretario provinciale Pd, con la segretaria nazionale Elly Schlein

Andrea Valenti, segretario provinciale del Pd: a ottobre si è aperta una finestra congressuale, chi la sfrutterà?

"Sicuramente a Colle e Montepulciano, per Siena non so se i tempi saranno giusti o si andrà più avanti, entro l’anno".

E il partito provinciale?

"Salvo richieste particolari dalla direzione, che al momento non ci sono, il mio mandato scade tra un anno. I risultati di europee e amministrative sono stati ottimi, il Pd senese è in buona salute. Non vedo accelerazioni".

Quanto pesa la sconfitta di Colle?

"È una ferita profonda. Una proposta innovativa come quella di Vannetti meritava la vittoria. Ai colligiani c’è poco da rimproverare, hanno fatto una bellissima campagna elettorale".

Però alla fine è stata persa una città che il Pd governava.

"Ha pesato l’avversario: le mie valutazioni politiche sono negative, ma non si può negare che abbia esperienza e capacità di applicare le sua logiche. Forse potevamo comunicare meglio ciò che abbiamo fatto in cinque anni. Ma la verità è che ha vinto l’usato garantito, anche se non si possono certo accusare gli elettori di sbagliare a votare".

Chianciano la vittoria più importante, anche grazie alle divisioni del centrodestra?

"Le divisioni hanno aiutato, ma sono convinto che Grazia Torelli avrebbe vinto lo stesso, per le sue capacità e per il cambiamento che rappresenta".

A Siena c’era una sfida ad arrivare primi...

"E l’abbiamo vinta ampiamente. Un segnale importante in una città che non governiamo".

Pensa anche lei che sia stato un segnale al sindaco Fabio?

"Ho sempre ritenuto complicato mischiare elezioni di carattere diverso. Però l’inattività dell’attuale giunta è sotto gli occhi di tutti".

Per il Pd cittadino è il momento di andare a congresso?

"Come ha già detto Sarracino, ora va definito il percorso. La gestione commissariale è comunque un evento straordinario".

Lui auspica una soluzione unitaria...

"Magari, ma non la vedo semplice. Spero però in un congresso tranquillo, con un sano confronto di posizioni".

Il rientro di Anna Ferretti cosa significa? Tutti d’accordo nel Pd?

"Ogni persona che si iscrive al Pd è un evento felice per la comunità. Figuriamoci per chi è stata la nostra candidata sindaca. Non ci sono motivi per non essere contenti".

Cambieranno gli equilibri nel gruppo?

"Il gruppo è autonomo nelle sue decisioni, ma non credo l’argomento sia all’ordine del giorno, non ne vedo ragioni".

Il 29 settembre si vota per la Provincia, è partita la corsa? Si parla di Carletti, Gugliotti, Marrucci...

"I numeri per vincere ci sono, ma non bisogna mai sottovalutare niente. Andranno valutati collocazione, competenze, disponibilità, programma. I nostri sindaci sono preparati, politicamente tutti sono in grado di fare il presidente della Provincia".

Come vede il ritorno di Renzi?

"Ho sempre considerato un errore la pretesa autosufficienza del Pd, ben venga chi entra nel centrosinistra. Personalmente non metto né accetto veti".

Alle comunali Italia Viva fece un’altra scelta, non pesa?

"Fu un grave errore, forse le elezioni potevano andare diversamente. Ma io faccio il segretario del Pd e in politica i rancori servono a poco. Si chiude una pagina e si va avanti".