La foto di Augusto Mattioli è per Raffaello Ginanneschi. Trascorsi i primi momenti di abbandono alla sua scomparsa, ho voluto ripercorrere i suoi intensi capitoli di vita: lo sport, il giornalismo, il lavoro, la bicicletta e l’amata Giraffa. Nel suo sorriso traspare ancora la voglia di insegnarci che tutti dobbiamo davvero vivere prima della vecchiaia, perché non c’è nulla di più stupido della paura di fare le cose. E da qui che nascono i rimpianti e, siamo certi, che Lello di rimpianti ne aveva davvero pochi, credo nessuno.
E il nostro cuore è stato di casa quella mattina in Provenzano, in uno splendido teatro di bellezza, di spifferi che arrivano dal Casentino. Quella volta era un immenso lago di dolore per questo caro ragazzo, colto al volo da una spietata malattia. Mi sono chiesto: ma il tempo continua a scorrere? In quel momento avrei risposto che precipita attraverso pensieri insani, paure. Il passato si dilata e il futuro si assottiglia. E crescono i rimpianti, per questo il sorriso di Lello è un rassicurante benda sopra alla ferita della vita.
Mentre usciva dalla chiesa, con le consorelle che facevano ala all’onorando Ginanneschi, ho capito che le parole più crudeli che possiamo dire sono "se soltanto…". Perché ormai è andata in questa maniera e che non possiamo che contare sulla nostra buona memoria, di quando lo ricordiamo e quando lo abbiamo trovato a qualche angolo per strada per amabilmente discutere, oppure quel messaggio di congratulazioni inviato alla sua nomina a priore della Giraffa. Perché il dolore può essere se non temporaneo perlomeno attenuato da tempo e ragioni, ma il rimpianto no. E Lello ha vissuto tutto di un fiato, ha pedalato in salita senza curarsi delle discese, ha gioito quando dopo tanto girovagare quando rivedeva lo skyline della sua Siena.
Il suo più bel ricordo che ha lasciato? Vedere i suoi vicari che si abbracciano nella speranza di poter onorare anche loro quei colori. Quando si diventa vecchi? Quando proprio il rimpianto si sostituisce ai sogni. Lello non ha fatto in tempo a vivere questo passaggio. Per sempre giovane. Noi viviamo la nostra vita quotidiana senza conoscere nulla del mondo, tanto che possiamo pretendere che un giorno il tempo cominci a scorrere all’indietro e gli effetti precederanno le cause. Allora potrò rincontrare Lello Ginanneschi in qualche strada in salita e lo saluterò senza eccessive sorprese. A dire il vero, nelle notti nel gioiello di Provenzano l’ho già intravisto in qualche panca semibuia o accanto al Cristo Morto del Casolani, guarda caso di una bellezza anche lui arresa alle leggi di Dio.
Massimo Biliorsi