Anno 1966: vent’anni di Repubblica Italiana. Anche il Palio dedica all’evento la carriera di luglio. Incaricato di realizzare il drappellone è Celso Mireno Ermini. L’opera vive con un moderno senso di sintesi il tema con linee tagliate, stilizzate, con un accennato cubismo che offre movimento a tutta l’opera. In grande evidenza l’emblema della Repubblica: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. L’autore inserisce questo in un contesto che vive nel contrasto fra due colori, il rosso e il blu, mentre nella parte bassa, assai più senese, si uniscono gli elementi appartenenti alla festa, quali gli stemmi delle Contrade partecipanti e quelli comunali. La parte migliore risulta quella in alto, con la madonna di Provenzano, in un gioco a crescere che fonde elementi indubbiamente distanti l’uno dall’altro, dalla dedica repubblicana ai colori prettamente contradaioli. La figura in basso mette invece sullo stesso piano la repubblica senese e quella "attuale": forse questo è l’elemento più rivoluzionario, se non innovativo, del cencio di Celso Mireno Ermini. Lo potete vedere nella sala delle vittorie del Drago grazie alla vittoria di Topolona e Bazza. Massimo Biliorsi
CronacaL’accenno di cubismo nel drappellone di Ermini