
Il più grande museo del mondo dedicato a Leonardo da Vinci ha una superficie di un milione di metri quadri. Non ci sono file, né giorni e orari da rispettare. Nessuna calca da superare per sostare 12 secondi davanti alla Gioconda, abbagliati da flash e selfie. E per vistarlo, questo museo, basta una connessione a internet. È con questo biglietto da visita che il professor Mario Taddei, docente di Realtà virtuale e design all’accademia arte Acme di Milano, si è presentato nell’aula magna di San Niccolò, per la Summer School di Intelligenza Artificiale e Scienze della Vita. La sua attività, dedicata allo studio e allo sviluppo di prodotti multimediali interattivi per la divulgazione della scienza, da tempo si è concentrata su Leonardo e su come, studiando i codici meno conosciuti, sia possibile scoprire ancora nuove idee e progetti, come quello di un sistema di orologeria ad acqua collegato con un busto umano, un vero e proprio androide meccanico. Taddei ha studiato e realizzato le più note macchine di Leonardo, compreso il leone meccanico, considerato una pietra miliare della robotica, tanto che nel 2015 ha ispirato persino il gigantesco leone metallico sul quale Katy Perry si è presentata al Super Bowl 2015. "Leonardo si presenta al duca di Milano come ingegnere militare – ha raccontato Taddei – e solo agli ultimi punti di quello che possiamo considerare il primo curriculum della storia scrive che, in tempi di pace, si dedica anche alla pittura. Il duca aveva bisogno di armi, non di pittori, del resto. E tutte le macchine che propone, Leonardo le aveva lette e studiate su altri libri. Il paracadute, per esempio, lo aveva già disegnato un anonimo senese. La scienza funziona così". Ogni invenzione, cioè, è sempre il miglioramento di un qualcosa che già esiste.
R.B.