Siena, 20 aprile 2016 - IL CAVALLO, un amico. Un mito che resta nel cuore dei contradaioli. Chi osserva con occhi ‘stranieri’ parla di retorica. Invece è sostanza. E sentimento. Altrimenti tre Consorelle, a distanza di tredici anni dalla morte di un eroe del Palio quale è stato Urbino di Ozieri – tre Carriere conquistate su quattro corse – non avrebbero deciso di realizzare una lapide da apporre nel luogo in cui è sepolto. Vale a dire la scuderia di Mario Savelli, che lo aveva accolto negli ultimi tempi della sua lunga vita. Si spense nel 2003: aveva 30 anni suonati. Televisione francese e olandese si sono recate lì per raccontare quella devozione religiosa nei confronti di un animale che ha scritto la storia di Selva (3 luglio 1978 con Bastiano), Pantera (16 agosto 1978 con Cianchino) e Aquila (16 agosto 1979 con ‘re’ Aceto). Al debutto, nel 1977, era toccato alla Chioccola. Adesso, dopo 13 anni, il sogno di Savelli si avvera. Quante volte ha ‘brontolato’ perché era giusto fare una tomba ad Urbino, così come era stata realizzata per Panezio. Ebbene, Aquila, Pantera e Selva lo accontenteranno. Velio Cini si occuperà della realizzazione del piccolo monumento con foto e, probabilmente, le date dei successi del mitico Urbino.