di Michela Berti
SIENA
"Chissà se nel Giubileo del 2025 si possano realizzare gli stati generali del mondo giovanile, sul lavoro e sulle prospettive qui a Siena. Tutto da vedere, è un’idea che lancio, ma da costruire insieme".
L’idea è del cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza episcopale toscana e arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza. E’ così che il pastore della chiesa cattolica senese trasforma il messaggio di auguri alla comunità per le festività natalizie in un documento politico. Un appello per trasformare le promesse - che in queste settimane sono state fatte a tutti quei lavoratori che a Siena e provincia rischiano il posto di lavoro - in fatti. Beko, Pay Care per non parlare della crisi delle pelletterie. "Tante attività industriali in crisi e con la conseguente perdita di lavoro – dice l’arcivescovo –. Centinaia di posti in tante regioni italiane, ma dietro alle cifre e alle statistiche non dobbiamo dimenticare che ci sono intere famiglie che rischiano di vedere distrutto il loro futuro". Ma c’è la speranza, parola alla quale Papa Francesco ha dedicato il suo ultimo libro “La speranza non delude mai”. "Dobbiamo essere sempre aperti alla speranza – dice il cardinale – qualche spiraglio di luce potrebbe aprirsi. Anche il Papa è vicino ai nostri lavoratori. Li ha ricevuti qualche settimana fa lanciando un appello affinché siano tutelati i diritti di tutti e non ci siano diritti calpestati con il conseguente licenziamento". Il pensiero corre ai 299 lavoratori della Beko che rischiano il posto. L’azienda ha fissato a dicembre 2025 la chiusura dello stabilimento di Siena. E’ stato proprio il cardinale Lojudice ad accompagnare una delegazione di lavoratori dal Santo Padre che li ha ricordati all’Angelus dell’8 dicembre. "Che non gli sia tolto il lavoro per motivi economici o finanziari – aveva detto dalla finestra del Palazzo Apostolico - Sono vicino ai lavoratori di Siena che difendono in modo solidale il diritto al lavoro, che è un diritto alla dignità". Ed è per questo che il cardinale suona la sveglia: "Dobbiamo cominciare a pensare a nuove prospettive. Insieme lo possiamo fare. Nessuno escluso".