"Nell’ultimo anno e mezzo è successo di tutto. Da Avi.Coop a Monteriggioni, fino alla Beko, Pay Care, distretto moda. Un momento molto critico".
Riccardo Pucci, segretario della Cisl di Siena. Un bilancio amaro di questo 2024. Partiamo dalla situazione delle pelletterie...
"Il 2024 finisce con 500 persone in cassa integrazione nel settore delle pelletterie sull’Amiata. Si apre il 2025 per il distretto moda con molte incognite. E’ vero che il Governo ha prorogato gli ammortizzatori sociali a 150 dipendenti per tutto gennaio, poi? Preoccupa il futuro di Gucci. Prada ha fatto un investimento sui capannoni quindi ci può stare una flessione. Ma Gucci no. Si parla di 2500 persone e poi tutto l’indotto. Qualche azienda piccola ha già annunciato licenziamenti".
Perché siamo arrivati a questo punto?
"Purtroppo è mancato, negli ultimi 15 anni, un piano industriale reale al passo con i tempi. Il mondo cambia velocemente: intelligenza artificiale, transizione ecologica green. A Siena non è stato fatto un piano industriale lungimirante. Ci siamo fermati. Io sono senese e adoro questa città, ma ora bisogna guardare avanti".
Senta, viste le difficoltà logistiche e le carenze di infrastrutture, perché un imprenditore dovrebbe venire ad investire su questo territorio?
"Bella domanda. Ultimamente è vero che è la Valdelsa a rappresentare il polo industriale dove si continua ad aprire. Penso ad esempio a Vismederi. Venendo da Firenze ci si arriva bene. Ma, da lì in poi? Tutte le amministrazioni che ho sentito, tranne questa che aveva un piano ma non ho ancora capito dove porterà, sulla stazione di Siena non ci ha investito nessuno. Bisogna elettrificare il treno, su questo il Comune si sta impegnando. La vicenda di Amazon sappiamo come è andata, Esselunga poteva essere un introito di non poco conto. Come Cisl abbiamo seguito 40 persone in formazione. Si spera che possa aprire al più presto".
Grandi aspettative anche per il biotecnopolo. La Cisl che ne pensa?
"Va portato avanti. Sul distretto delle scienze da Monteriggioni a Colle e Poggibonsi ci si può lavorare, si parla di 700 persone, soprattutto giovani".
Si può parla di un ’caso Siena’?
"In questo momento direi proprio di sì. C’è un caso Siena. Faccio sindacato dal 2009, una congiuntura così non la ricordo. Ed è per questo che bisogna essere tutti uniti".
Lo siete?
"Sì. Su alcune partite come ad esempio Gsk, ci sono sfumature, ma sempre nel rispetto delle diversità. Per la Cisl in Gsk non ci sono esuberi, è una posizione che riteniamo strumentale. Investiranno nelle tecnologie e sul personale, con nuove competenze. Siena deve stare sul mercato facendo cose nuove. Ma come Cisl abbiamo buoni rapporti con Cgil e Uil. Noi si cerca di stare comunque uniti anche se su certe cose le posizioni sono figlie del nazionale".
La scelta del Governo di investire sulla partecipazione per la Cisl è molto importante. E’ così?
"Certo, perché sui territori si deve smettere di rincorrere le società. La legge sulla partecipazione chiede di essere presenti nelle scelte aziendali per evitare di rincorrere sempre le emergenze. Quello che è accaduto con Avi.Coop dimostra appunto la necessità della partecipazione".