Secondo la sua esperienza quali sono le maggiori cause di disagio giovanile?
"Ogni età presenta sofferenze diverse, differenti sfide da superare. La difficoltà principale nei bambini è la separazione dalle persone, o da ciò che fanno. La pandemia li ha abituati a essere più vicini alla famiglia e a incontrare meno persone. Nei ragazzi la difficoltà è non accettarsi per come sono, ancor di più grazie ai social che mostrano solo perfezione e felicità, negando così la realtà, cioè che la vita è fatta di alti e bassi".
Come si possono aiutare i ragazzi a uscire da questi disagi?
"Il primo passo lo dobbiamo fare noi stessi, ma è importante avere intorno persone fidate, pronte ad ascoltarti per avere un aiuto o un confronto".
Perché questo disagio porta alcuni ragazzi sulla strada delle dipendenze?
"Quando si sta male si cerca un modo per stare bene, perché il nostro cervello è programmato per questo e a volte si cerca il modo più semplice rifugiandosi nelle dipendenze, affidandoci a qualcosa o qualcuno, come nel caso della droga o dell’alcol, di cui l’organismo diventa dipendente. Anche un’amicizia può essere “tossica” se rinunci completamente alla tua personalità per essere accettato".