di Michela Berti
S.CASCIANO DEI BAGNI (Siena)
Rappresenta appena lo 0,4% della superficie della Toscana, ma quel piccolo borgo di poco più di 1.400 anime in provincia di Siena è finito al centro del mondo della cultura. Siamo a San Casciano dei Bagni, il comune più lontano dalla città del Palio, dove gli archeologi hanno riportato alla luce un immenso patrimonio di reperti etruschi. A presentare il risultato della campagna di scavi nel santuario etrusco e romano del Bagno Grande, "Santuario ritrovato", il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il rettore dell’Università degli Stranieri di Siena Tomaso Montanari e tutti i protagonisti di questo ritrovamento destinato a fare la storia.
Padrona di casa la sindaca Agnese Carletti che è riuscita, a gettare il cuore oltre l’ostacolo: "La comunità di San Casciano ha investito tutto in questo progetto. Di fronte allo spopolamento noi abbiamo deciso di investire sulla cultura". Ed ecco che il Genius loci – l’entità soprannaturale legata a un luogo specifico – qui ha fatto il miracolo. Anzi il doppio miracolo. Ha messo allo stesso tavolo Governo di centrodestra, Regione e Comune di centrosinistra – intesa indispensabile, ma non scontata, per la riuscita di un progetto così complesso – ed ha riportato alla luce gioielli, corone e monete d’oro, statue dalle forme perfette, tronchi tagliati a metà di corpi offerti alla fonte, ed ancora un bambino in bronzo con un palla sotto una mano.
Una bella simbologia la cui analisi e interpretazione ha permesso di inquadrare l’importanza di questo luogo già al tempo degli Etruschi, dove le acque termali curavano il corpo e l’anima, dove si pregava e si cercava di capire il futuro. Ma le meraviglie della grande vasca non si fermano qui: gli archeologi hanno trovato pigne, serpentelli di bronzo di piccole dimensioni ma anche uno lungo un metro con testa cornuta e barbuta, e poi tante tante uova così ben conservate da sentirne ancora l’odore. Perchè la pigna, l’uomo e il serpente erano i simboli della fertilità e della rinascita, hanno spiegato gli studiosi.
Forte l’impegno del Governo che ha sostenuto la campagna con 4 milioni e mezzo di euro: "Frequento San Casciano dei Bagni da trent’anni e non vedevo l’ora che questo accadesse", ha detto il Ministro Giuli sottolineando che la giornata di ieri è stata "una stretta di mano tra chi governa e questa comunità".
Un "patto" che ha coinvolto anche il governatore Eugenio Giani, orgoglioso che la sua "Toscana diffusa" dimostri come la cultura e il turismo siano il filo che unisce gli splendidi borghi della nostra regione. "Nascerà una fondazione – ha detto il presidente Giani – per la gestione di questo enorme patrimonio che è la scoperta del secolo". E chissà, ha aggiunto "cosa c’è ancora sotto a quella vasca!". Perchè, guardando all’area di scavo, l’orizzonte si allontana.
Intanto però, ieri, il capo dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale Luigi La Rocca ha delineato le priorità: acquisizione del palazzo della Pretura e del palazzo Barbetti che diventeranno la sede espositiva dei reperti oggi in giro per l’Italia e in attesa di tornare a San Casciano dei Bagni. Nell’area del Bagno Grande nascerà un Parco Archeologico con percorso di visita collegato al Museo. Tutto deve essere pronto entro il 2026, ha assicurato il direttore generale dei Musei Massimo Osanna. Ed a rendere ancora più speciale il progetto, l’impegno dell’Università degli Stranieri di Siena che ha investito un milione di euro per comprare e arredare il centro di ricerca e la foresteria per gli studenti che saranno impegnati sul sito. "La comunità dei vivi è connessa con i bronzi – ha detto Montanari – il museo è il paese e bisogna amare il presente per capire il passato". È la comunità di San Casciano dei Bagni la vera forza di questo borgo che ora ha una grande opportunità: quella di conservarsi rimanendo se stesso.