Lella: "Ho messo ai fornelli attori, fantini e chef"

Ciampoli, fondatrice della prima Scuola di cucina a Siena, si racconta: "Da me anche i cuochi di Lady Diana e Bill Clinton. Ora dopo 27 anni, mi ritiro" .

Lella: "Ho messo ai fornelli attori, fantini e chef"

Lella: "Ho messo ai fornelli attori, fantini e chef"

"La scuola di cucina di Lella va avanti, ma senza Lella. Dopo 27 anni ho deciso di ritirarmi e ringrazio tutti per quello che è stato un lavoro, ma soprattutto una grande passione e un piacere". Così Lella Ciampoli ripercorre il sogno: la sua è stata la prima scuola di cucina a Siena, frequentata da persone provenienti da tutto il mondo. Aperta nel 1997, dopo due anni era fra le più importanti scuole di cucina in Italia, con Marchesi e Vissani.

Come è iniziata l’avventura?

"Da giovane facevo pattinaggio artistico alla Mens Sana e lo sport, si sa, è sempre legato alla sana alimentazione. Sono andata a Lione a studiare le lingue e mi sono innamorata della cucina. E’ nato lì il sogno di aprire una scuola, cosa che ho fatto a Siena prima in Massetana Romana, poi a Fontebranda".

Chi veniva a lezione?

"Prima italiani, locali e non: ci sono state le donne di contrada, tanti giovani, anche bambini per la pizza e il gelato. Tenevo corsi di pasticceria, sul pane, la pasta fresca, corsi base di cucina italiana e toscana. Poi il giro si è allargato: arrivavano gruppi di croceristi da Livorno. E gli stranieri per la cucina toscana: negli ultimi 15 anni ho fatto due lezioni al giorno, tutti i giorni, compresi sabato e domenica, soprattutto a stranieri; gli italiani invece frequentavano i corsi serali e per lo più d’inverno. Venivano persone di tutte le età, il novantenne come anche giovani coppie in viaggio di nozze".

Corteggiata anche dalla tv?

"L’ultima volta è stata la Rai per la puntata girata interamente a Siena. In passato, con assessore Donatella Cinelli Colombini, ho presentato il Ricettario senese a ‘In famiglia’ su Rai 2. Poi ci sono state le collaborazioni con riviste di cucina come ‘Sale e pepe’. Alla ‘Prova del cuoco’ non sono voluta andare, è spettacolo più che cucina. Per la tv locale ho messo ai fornelli tanti volti noti a Siena: da dirigenti di contrada a fantini come Aceto, poi rettori, sindaci e manager".

Fra gli stranieri?

"Attori e musicisti; nomi e volti noti, ma per me erano tutti uguali. Ci sono stati gli chef di Lady Diana e quello del presidente Clinton, che mi ha regalato il grembiule della Casa Bianca. Ricorderò sempre un’attrice di soap e teatro, Judith Light: fui contattata da un’agenzia di Bellagio per una settimana di lezioni, venne tutte le mattine e prolungò per una seconda settimana. A un certo punto la scuola era diventata famosissima: penso di aver lavorato anche per 15 ore al giorno; al di là delle lezioni, di sera e di notte mandavo preventivi ed email per rispondere alle richieste, aiutata da mio marito. Oggi penso che in ogni parte del mondo ci sia la pappa al pomodoro di Lella".

Paola Tomassoni