
L’emorragia dei negozi Ristoranti in crescita
Per i negozi è ancora buio pesto. Sia in centro che nelle zone periferiche, il settore del commercio al dettaglio continua ad andare giù. Resistono invece alberghi, bar e ristoranti. È la fotografia dell’ottava edizione di ‘Demografia d’impresa nelle città italiane’, dell’ufficio studi di Confcommercio. Un quadro poco rassicurante, in un periodo di crisi accentuato dalla pandemia, che ha accelerato in alcuni casi la chiusura. "Si apre una voragine enorme - dice Daniele Pracchia, direttore Confcommercio Siena – che interessa le funzioni delle città, il ruolo delle reti di vendita, la dimensione della socialità e del lavoro di cui le attività commerciali sono protagoniste. L’espansione e la crescita degli esercizi commerciali è minore delle previsioni nell’ormai lontano dicembre 2019, quando la pandemia non c’era. E non c’era neppure la guerra, la cui prosecuzione è un dramma anche economico".
Dall’associazione chiedono urgenti aiuti alle imprese, crediti di imposta sull’energia, valorizzazione delle reti di vendita con una particolare attenzione alle realtà dei centri storici. Vediamo i numeri. A giugno 2022 nel centro storico di Siena c’erano 275 attività di commercio al dettaglio e fuori dal centro 327. Nel 2012 erano 322 in centro, 381 fuori dal centro. Gli ‘Articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati’ nel 2012 erano 38 nel centro storico e 45 fuori dalle mura, nel 2019 ce ne erano 22 in centro e 19 fuori mentre nel 2022 ce ne sono 20 in centro e 30 fuori. Stabili i negozi di alimentari le farmacie e i banchi al dettaglio fuori dai negozi, che mantengono numeri più o meno inalterati. Venti invece i negozi di ‘prodotti specializzati’ persi in dieci anni dal centro.
Decisamente migliore il quadro delle attività legate al turismo, che risentono meno di alcuni fattori ormai stabilizzati come gli acquisti online, ma che nel passaggio tra 2021 e 2022 hanno registrato il duro colpo della pandemia. Alberghi e ristoranti sono infatti passati nel centro cittadino da 218 del 2012 a 250, mentre fuori dal centro il balzo è stato da 282 a 302. Più o meno in linea il dato che si riscontra se l’attività di ristorazione è associata al bar: erano 160 in centro e 188 fuori nel 2012 e hanno toccato i 193 in centro e 196 fuori nel 2021, per arretrare in un solo anno ai 177 in centro e 179 fuori censiti nel 2022.
Riccardo Bruni