MAURIZIO BIANCHINI
Cronaca

L’epopea dei ’tradimenti’ Tra storia e leggenda, fantini e patti disattesi

Da Stoccolungo che nel 1861, col giubbetto della Chiocciola, non frenò la rivale Tartuca, alla celebre ’rigirata del Gentili’ nel 1961 con l’Oca.

di Maurizio Bianchini

Uno degli aspetti più caratterizzanti del Palio è il tradimento. Legato nella stragrande maggioranza dei casi ai fantini e ai loro comportamenti anche se, in passato, ci sono stati tradimenti anche da parte di dirigenti, mossieri o anche cavallai. A partire dal ’700, sono innumerevoli gli episodi degni di nota.

Potrei citare una Carriera lontanissima del 16 agosto 1861. La Tartuca si presentò in Piazza dopo una clamorosa rinuncia a correre i Palii dei due anni precedenti, in forma di protesta contro le contestazioni e manifestazioni di ostilità da parte delle altre Contrade che ne ripudiavano i colori (giallo-nero) dell’odiata Austria, con una nuova livrea che adottava il giallo-turchino, dopo un tentativo di cambiare con i colori papalini giallo-bianco. Gli anni di attesa avevano però rimpinguato le casse della Contrada che si presentò in campo con una somma di danaro tale da condizionare la corsa pur non avendo avuto in sorte il cavallo migliore. Mentre l’Oca e il Leocorno, favoriti, si eliminarono da sole adducendo incredibili scuse (rottura della briglia per l’Oca, riottosità del cavallo al canape per il Leocorno) balzò agli occhi il comportamento del fantino della Chiocciola, l’esordiente Stoccolungo, che dopo essere partito in evidente ritardo, si fermò al primo Casato. Tutti pensarono che, seguendo una prassi discutibile ma diffusa, aspettasse la rivale al secondo giro per ostacolarla. Invece, appena accennando un timido quanto inoffensivo tentativo, si portò ai palchi lasciando alla Tartuca con Bachicche un Palio inaspettato. La reazione dei chiocciolini non si fece attendere e il fantino traditore venne arrestato dalla milizia per sottrarlo alla furia dei contradaioli.

Un altro tradimento passato alla storia fu quello di Francesco Cerpi detto Testina ai danni della Torre nel secondo e ultimo Palio a sorpresa del 1919. Il fantino legato alla Contrada di Salicotto dove aveva corso il giorno precedente, aveva promesso e concordato che se il giorno successivo, per il Palio a sorpresa dove venivano sorteggiate Contrade, cavalli e fantini, fosse andato nell’Oca, i torraioli avrebbero dovuto aspettarlo a San Martino dove al terzo giro sarebbe uscito con il giubbetto di Fontebranda, arrecando un’ulteriore offesa alla beffa. Il caso volle che Testina finisse proprio nell’Oca, per giunta con un ottimo cavallo ma, mentre tutta la Torre lo aspettava con una carrozza al Chiasso Largo, Testina, che era andato in testa subito dopo la fonte, vinse il Palio per l’Oca. La reazione dei torraioli fu pesante ma, non riuscendo ad agguantare il traditore, gli devastarono la casa e gli bruciarono i vestiti.

L’ultimo grande tradimento o presunto tale, risale al 1961 quando Giuseppe Gentili detto Ciancone subì una pesantissima punizione dai contradaioli dell’Oca, reo di aver favorito la vittoria della rivale Torre girandosi dalla parte opposta al momento che questa entrava di rincorsa (nella foto tratta da ilpalio.org). L’episodio suscitò grande clamore anche per un allontanamento di cinque anni del Gentili per motivi di ordine pubblico. Col passare degli anni l’episodio sembrò da attribuire più a un difetto del cavallo che alla volontà del fantino.