DIEGO MANCUSO
Cronaca

Lettera a Babbo Natale svela desideri inquietanti: riflessioni sulla società italiana

Una letterina a Babbo Natale a Montepulciano rivela desideri violenti e consumistici, sollevando interrogativi sulla società.

Montepulciano. Tra rabbia e consumismo. Quell’amara letterina inviata a Babbo Natale

Una letterina a Babbo Natale a Montepulciano rivela desideri violenti e consumistici, sollevando interrogativi sulla società.

La classica letterina a Babbo Natale, sinonimo di fanciullezza e dunque simbolo di candore e ingenuità, monta sulla slitta della contemporaneità e si mette in ideale competizione con il Rapporto Censis, offrendo una vista non proprio tranquillizzante sulla situazione sociale del Paese.

Lo spunto lo dà la cassetta situata nel centro di Montepulciano dove il popolare Stampisse (al secolo, Franco Bernardini), titolare di alcune attività, ormai da anni espone il pupazzo di un Grinch, a grandezza quasi naturale, a cui possono essere appunto consegnate le letterine.

E grande è stata la sorpresa (ma anche il disappunto) del personale quando ne è stata trovata una che esprime i seguenti desideri: "Voglio che i miei professori muoiano e l’i-phone 13".

"Un accostamento – commenta Bernardini – che mi ha talmente spiazzato da costringermi a leggerla più volte, per decifrare la scrittura ma anche per essere sicuro che avessi capito bene. Anche per condividere questa sensazione di spaesamento, ho deciso di postarla su Facebook".

Senza volersi avventurare in analisi sociologiche né tanto meno esprimere giudizi di carattere morale, a colpire sono la violenza che appare nella prima parte della "letterina" e l’accostamento con un oggetto reale che attribuisce purtroppo credibilità al desiderio espresso all’inizio.

"Ho letto con attenzione e un po’ di preoccupazione la letterina lasciata al Grinch di Porta della Cavina" afferma Lara Pieri, assessore comunale all’istruzione. "Mi ha colpito in particolare che si associ un banale desiderio consumistico a parole di rabbia verso gli insegnanti. Questo episodio – prosegue Pieri – più che essere giudicato, deve farci riflettere: cosa spinge un giovane, ancorché protetto dall’anonimato, a esprimere sentimenti così forti verso chi lo educa? Occorre rafforzare il dialogo, soprattutto all’interno del mondo dell’istruzione, che vive la scuola come una costrizione e non come luogo di crescita armonico e di confronto positivo."

"La cassetta viene svuotata ogni sera – spiega ancora Stampisse – quindi la lettera è stata impostata nella giornata di domenica, insieme ad un altro centinaio, naturalmente non sappiamo da chi".

E mentre dal Castello di Babbo Natale, altro fermo-posta nevralgico in questo periodo, fanno sapere di non aver ancora iniziato ad aprire le proprie, è dall’esame delle missive pervenute che emerge quello spaccato della società a cui si accennava in apertura.

Si va così dal commovente "vorrei i calzini per me e il mio fratellino" al ben più consumistico "la borsa bianca di Moschino e gli stivaletti UGG neri per la mamma"; poi, salendo evidentemente di età, si leggono accorate richieste di agevole passaggio di esami universitari (nello specifico, economia e diritto privato) o, addirittura, di non una bensì due lauree anticipate, nello stesso messaggio, fino alla promozione al temuto esame per la patente.

Divertente, infine, quello firmato da una giovane turista polacca che, essendo rimasta senza un mezzo pubblico per tornare a Montepulciano Stazione, si appella a Babbo Natale per trovare un passaggio verso il treno di ritorno.