
Assunta e Martina alla libreria Rebecca in via Pantaneto
Due ragazze piene di entusiasmo e anche un po’ coraggiose. Assunta e Martina qualche tempo fa rompono gli indugi, realizzano il sogno della loro vita: aprire una libreria. E lo fanno a Siena, in via Pantaneto 132, la libreria la chiamano "Rebecca". Cercano subito di essere originali: hanno di tutto ma si specializzano nello spettacolo, nel cinema.
Intanto da dove viene il nome Rebecca? "Nasce dal desiderio - ci dicono le protagoniste- che fosse un nome di donna, in quanto la libreria è donna ed è nata da due donne. Inoltre il significato ebraico di Rebecca è quello di "irretire, catturare", ci sembrava di buon auspicio nella speranza di far entrare più persone possibile dentro le sue mura fisiche. Inoltre il significato può essere esteso al "fare rete, creare una rete", nel nostro caso di persone, di lettori".
Perché una libreria? "Durante la stasi del Covid abbiamo cominciato a credere che quello che era sempre stato solo una battuta potesse essere il nostro futuro".
E comincia l’avventura. Difficoltà? "Avendo aperto nel maggio del 2021, tra le nostre prime difficoltà c’è stato il post-covid. Il target di clienti a cui avevamo pensato, gli studenti, ancora non avevano ricominciato l’Università in presenza. Subito dopo, un’altra difficoltà è stata quella di farsi conoscere. Siena è una città molto piccola, ma le persone vivono comunque dentro a minuscoli quartieri, e non si muovono. Inoltre qui in zona Siena Sud, in Pantaneto insomma c’è un notevole problema di parcheggio fuori dalle due porte più vicine, Pispini e Romana".
Avete un target di clienti? "Il target principale è quello dello studente universitario, essendo la libreria ubicata vicino all’Università, ma non solo. Abbiamo indubbiamente clienti per ogni fascia di età, e di ogni tipo, ma se dovessimo definirli attraverso una categoria, li definiremmo "lettori forti", perlopiù persone che leggono quattro o anche cinque libri al mese".
Visto la concorrenza, fisica e online, come cercate di contraddistinguervi? "La nostra proposta vuole diversificarsi nella scelta del catalogo prima di tutto. Da noi, gran parte dello spazio è dedicato agli editori indipendenti, ce ne sono tantissimi, tra questi alcuni che fanno un lavoro esemplare e che più raramente si trovano a scaffale nelle librerie di catena. Inoltre ci teniamo a fornire un servizio "umano", speriamo che il cliente scelga noi perché abbiamo lo stesso suo amore per i libri, ed amiamo parlarne e confrontarci a riguardo. Facciamo questo anche grazie ai nostri gruppi di lettura e ai vari eventi culturali che organizziamo o a cui partecipiamo. I nostri settori di punta? Siamo appassionate di cinema e musica e cerchiamo di fornire una proposta a riguardo, e poi abbiamo uno scaffale saggistico che spinge molto sulle tematiche della lotta di genere, sulla lotta femminista, di classe e di razza, uno scaffale intersezionale e attivista".
E poi ci sono gli incontri con gli autori "Che stanno andando bene, abbiamo avuto la possibilità di conoscerne di davvero bravi, anche se non è facile ospitare i più conosciuti, questa cosa richiede risorse economiche, e inoltre, la città di Siena non è collegata dall’alta velocità, quindi per gli autori che vengono da fuori regione risulta più complesso raggiungerci. Una cosa però inaspettata che abbiamo scoperto, è la bellezza di conoscere i traduttori. Spesso non ci si pensa, ma sono a loro volta degli autori, ne abbiamo ospitati molti".
Pochi giorni fa la presentazione del secondo libro del giornalista de La Nazione Saverio Bargagna "Dieci leggi antipovertà", la prosecuzione del primo libro "Il più buono del paese" ambientato nel paesino di Pontarno.
Il vostro sogno nel cassetto? "Ospitare un premio Nobel? ahahah. No, il sogno più grande è farcela!"