
Un momento del convegno dedicato al settore del Camper, organizzato dalla Cgil alla Camera di commercio di Siena e Arezzo
L’espansione del settore camperistico è significativa non solo per la provincia di Siena o per la regione Toscana, ma per l’Italia intera. Oltre a festeggiare i traguardi raggiunti però è necessario chiedersi ‘La contrattazione integrativa tiene il passo alla crescita?, ‘e le condizioni di lavoro?’.
"Il settore del camper rappresenta comunque uno dei tre settori trainanti dell’economia dell’intera Toscana, in particolar modo in Val d’Elsa, dove si concentra il 90% della produzione nazionale dei camper – ha spiegato Daniela Miniero, coordinatrice Fiom Cgil Toscana della Camperistica –. Credo che un settore che ha avuto un’esplosione in termini di export, di fatturato e di utili debba prevedere una contrattazione che sia quantomeno al pari degli utili e dell’espansione dell’export che ha generato negli ultimi anni, dal 2020 ad oggi".
L’Italia infatti è il terzo produttore di camper in Europa, dopo Germania e Francia, e circa il 20% di tutti i camper immatricolati annualmente in Europa ha origini italiane. Il fatturato annuo nazionale è superiore a un miliardo di euro, per oltre l’80% destinato all’export, cresciuto a sua volta del 35% nel 2023, e una produzione che è arrivata a 25mila mezzi, segnando un +20% in dodici mesi.
Secondo i dati della Camera di commercio di Siena e Arezzo, il numero di addetti di imprese impegnate direttamente nel settore della camperistica è diminuito fra il primo e il quarto trimestre del 2024, da 2017 a 1864. I grandi produttori che hanno stabilimenti sul territorio sono i francesi di Trigano e Rapido e gli americani di Thor Industrials.
"Il settore del camper, tra diretti e indiretti, oggi interessa quasi 8.000 addetti soltanto in Val d’Elsa: 3.000 lavoratori diretti, con un export che è aumentato del 35% e con utili importanti – ha spiegato Miniero –. È questo il focus che noi abbiamo voluto portare avanti con questa iniziativa, importante soprattutto quando ci troviamo di fronte a delle sfide da affrontare (mi viene in mente la transizione ecologica, o la non ultima politica dei dazi americani)".
Da qui la proposta di Miniero: "Sarebbe opportuno (ed è questa la vera natura dell’iniziativa in Camera di commercio) creare un tavolo di contrattazione di settore – l’idea della coordinatrice Fiom Cgil –. Non soltanto una contrattazione rivendicativa rispetto al secondo livello, mirata alla redistribuzione delle ricchezze, ma anche un tavolo dove, in una sinergia di competenze e capacità, si mettano in campo strumenti per poter far fronte a quelle che sono le sfide e i cambiamenti di un mondo che sta cambiando, allo stesso tempo senza dimenticare la tutela del livello occupazionale, sia in termini quantitativi che di qualità".
Insomma, della crescita non possono beneficiare solo le aziende madri, ma anche i lavoratori, le famiglie e gli stessi territori. "Credo che tutto sia perfettibile e migliorabile – ha detto Miniero –, la funzione sociale a cui siamo chiamati noi comparti sociali è proprio quella di garantire che in un processo di espansione siano tutelati i diritti dei lavoratori, e che la ricchezza generata dagli stessi sia, diciamo, distribuita in maniera equa".
Eleonora Rosi