L’importanza dei testimoni: i bisnonni raccontano la guerra

Studenti intervistano sopravvissuti alla 2^ guerra mondiale in Val d’Orcia e sull’Amiata. Testimonianze di fame, partigiani nascosti e violenze durante il conflitto.

L’importanza dei testimoni: i bisnonni raccontano la guerra

L’importanza dei testimoni: i bisnonni raccontano la guerra

Da Castiglion d’Orcia, passando per il Vivo e Campiglia, gli studenti di 2^ e 3^ media hanno raccolto le testimonianze dei sopravvissuti alla 2^ guerra mondiale. I testimoni negli anni tra il ‘43 e il ‘44 erano tutti adolescenti. Le loro storie sono accomunate da un unico argomento: la fame. I bisnonni hanno narrato che spesso era vietato accendere il fuoco perché i tedeschi avrebbero visto il fumo. "Si mangiava quando si poteva mangiare, si digiunava, si campava un po’ alla meglio, come Dio ha voluto", hanno spiegato alcune anziane signore. Tra bisnonni e amici, tutti raccontano che in Val d’Orcia e sull’ Amiata si nascondevano molti partigiani. Alcuni dei nostri testimoni narrano che “i partigiani erano andati a nascondersi nella Faggeta, mentre un mio cugino l’hanno trovato e a Firenze l’hanno fucilato altri partigiani erano nascosti nella nostra stalla di famiglia e meno male che sono andati via all’alba, perché al mattino sono arrivati i tedeschi e ci avrebbero uccisi tutti". Un signore del Vivo invece racconta "Io ero giovane, ma ho fatto la mia parte. Ho salvato alcuni ragazzi: Mero, Ori, Urbano, Livio di cui non ho mai fatto i nomi fino ad oggi. Li ho salvati dalle guardie fasciste, perché erano ricercati, indicando alle guardie la strada sbagliata per il luogo che cercavano, perché io sapevo dove si nascondevano e li avrebbero trovati e uccisi". Ed una signora ci aiuta a ricostruire la storia dichiarando che "i soldati Alleati spesso stupravano le donne e che erano molto violenti, degli animali". "La guerra è stata un guaio per tanti, tanti giovani".