PAOLA TOMASSONI
Cronaca

“Il granchio blu è l’ultimo alieno che infesta il mar Mediterraneo. L’elenco dall’alga alla caravella”

Parla la professoressa Marsili, docente di Eco tossicologia all’Università "Il predatore sta prendendo il sopravvento sulla fauna autoctona C’è un progetto, finanziato con fondi Ue, per limitare i danni"

Granchio blu incubo dei pescatori anche all’Argentario

Siena, 26 agosto 2023 – Grazie al trasporto da parte dell’uomo e ai cambiamenti climatici il Mediterraneo sta subendo l’invasione di specie aliene. Non sono esseri extraterrestri ma comunque invasori che si sono diffusi in ambienti lontani dal loro, andando ad occupare nicchie ecologiche di altre specie.

Questo è stato l’anno del granchio blu, predatore dei mari che sta prendendo il sopravvento e cambiando l’ecosistema Mediterraneo. "Il Mediterraneo è il secondo hotspot di biodiversità a livello globale, paragonabile all’Oceano Atlantico ed è messo a rischio da specie aliene invasive, che di solito giungono trasportate dall’uomo, attraverso Gibilterra o il Canale di Suez e qui, non trovando competitori e predatori, si adattano alla temperatura dell’acqua", spiega la professoressa Letizia Marsili, docente di Ecotossicologia dell’Università di Siena.

Cosa sono le specie aliene?

"Sono specie che non appartengono a quelle indigene, autoctone del territorio; provengono dall’esterno. E sono moltissime. Sono meno quelle invasive, che sono sempre specie aliene ma si distinguono perché, invadendo ecosistemi diversi dal loro, hanno successo sulle specie presenti. Ci sono migrazioni di flora e fauna, spesso dai mari caldi: la più famosa quella Lepsessiana, dal Mar Rosso nelle acque del Mar Mediterraneo attraverso il Canale di Suez".

Perché proprio oggi l’invasione delle aliene?

"Con il riscaldamento del Mediterraneo queste specie hanno iniziato ad adattarsi ai nostri ecosistemi, andando a sostituirsi alle specie endemiche: nel Sud del Mediterraneo ad esempio sono arrivati i pesci coniglio, che hanno sostituito tutti gli erbivori. Sono feedback che segnalano una perdita di biodiversità. E’ come in una biblioteca: quando viene preso un libro e non viene riportato, quella perdita sarà per sempre. Lo stesso accade nella biodiversità".

Qualche esempio?

"L’alga Caulerpa è sfuggita come spora dall’acquario di Montecarlo e da lì si è diffusa ovunque andando ad invadere l’ambiente dell’endemica Posidonia, pianta marina del Mediterraneo. Poi c’è la caravella Portoghese, una medusa; il pesce Serra, un predatore, che ora si è adattato, ma quando è arrivato mangiava tutto. Il pesce Scorpione è un alieno invasivo e, con la sua tossina, pericoloso per l’uomo: è arrivato dal Canale di Suez, avvistato per la prima volta nel 2016 in Sicilia, poi da lì ha iniziato a salire. Il cambiamento climatico sta spingendo verso nord anche le tartarughe marine: nel 2013 trovammo la prima nidificazione in Toscana a Scarlino; oggi, in 10 anni, abbiamo 19 nidi, fra l’Elba e Marina di Massa".

Poi il granchio blu?

"E’ un crostaceo proveniente dall’America: segnalato già nel 1946, è arrivato come larva trasportata nell’acqua di sentina delle navi. All’inizio non ha creato problemi, ma grazie alla fortissima adattabilità alla temperatura e alla salinità si è diffuso ovunque, nel mare come in laghi e fiumi, oggi è anche nella Diaccia Botrona. Nel nostro ecosistema non ha trovato competitori, predatori capaci di mangiarlo. Ed è diventato lui il predatore formidabile: mangia di tutto, molluschi, telline, vongole e anche piccoli pesci. Interrompe la sua attività solo sotto i 15 gradi di temperatura, quello che qui non accade. Immaginabile è dunque il problema che sta creando, alla nostra biodiversità e alla pesca".

Quale rimedio?

"C’è un progetto, finanziato con fondi Ue, denominato ‘Dove il mare è più blu attenzione al granchio blu’: questo crostaceo, una volta eviscerato, è edibile. Non possiamo pensare di eradicarlo, ovvero catturarlo ovunque è diffuso; allora consumiamolo. Oggi un chilo di granchio blu al supermercato, anche a Siena, è in vendita a 8,90 euro e con 4-5 granchi si fa un ottimo sugo per la pasta. Il consumo permetterà in parte ai pescatori di rientrare del danno da altra pesca e a noi di controllare il numero di questi predatori".

Paola Tomassoni