Liste d’attesa in ospedale: "Non basta un decreto sulle odissee dei pazienti"

A Napoli il meeting delle grandi aziende sanitarie, l’allarme di Cartabellotta. Barretta, dg Policlinico: "Non c’è cambiamento senza scontentare qualcuno".

Liste d’attesa in ospedale: "Non basta un decreto sulle odissee dei pazienti"

Liste d’attesa in ospedale: "Non basta un decreto sulle odissee dei pazienti"

Dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, padrone di casa, a Giovanni Migliore, presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, dalla vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone al presidente Gimbe, Nino Cartabelotta, a Napoli è iniziato l’open meeting sui grandi ospedali italiani. "Le liste d’attesa sono uno dei maggiori problemi della sanità italiana, ma attenzione a guardare il dito e non la luna. Ciò che sta venendo meno oggi nel nostro Paese - ha detto Cartabellotta aprendo i lavori - non è solo la certezza e la velocità dei tempi, ma la presa in carico del paziente cronico, in particolare oncologico, che è lasciato allo sbaraglio. Un tempo il Servizio sanitario nazionale, una volta fatta la diagnosi, prendeva in carico il paziente in tutto e per tutto. Oggi i malati si trovano ad essere un po’ novelli Ulisse che navigano tra diversi Cup, diverse aziende ospedaliere e a volte diverse regioni. Ben venga il decreto del Governo sulle liste d’attesa, ma bisogna restituire al Servizio sanitario nazionale la capacità di prendere in carico il paziente in tutti i suoi bisogni".

Una sollecitazione pressante, su uno dei nove temi affrontati nei tavoli del meeting. Che ha accolto quasi tutte le aziende ospedaliere italiane e tante sanitarie, non solo quelle grandi. "Le liste d’attesa nei grandi ospedali - commenta Antonio Barretta, dg del Policlinico Le Scotte - sono un problema costante. A Napoli parliamo anche di sostenibilità, innovazione tecnologica, ricerca, intelligenza artificiale. Io ho partecipato alla tavola rotonda degli ambassador della sanità italiana".

La parola chiave su cui il dg Barretta ha focalizzato il suo intervento è ’innovazione’. "Il ’si è sempre fatto così’ in sanità non funziona perché i cambiamenti di contesto i necessitano di cambiamento per non retrocedere in termini qualitativi e di efficienza. Pper innovare bisogna avere il coraggio di cambiare. Non c’è cambiamento senza scontentare qualcuno, senza correre dei rischi. Pertanto, il cambiamento va gestito per aumentare la probabilità di successo. Va programmato - è la conclusione - tramite processi partecipativi, dentro e fuori l’azienda sanitaria, ponendo al centro la creazione di valore per i pazienti e per la collettività". Anche la comunicazione è stata al centro del meeting. Studiarne una efficace, che unisca diritti dei pazienti a ruoli dei professionisti, è la chiave.