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Lo scrittore Collodi studiò a Colle Qui pensò al nome di Pinocchio

Inaugurata la targa che individua l’antica fonte e la Costa che rendono omaggio al famoso burattino di legno

Inaugurata l’installazione raffigurante simbolicamente l’antica ’fonte del Pinocchio’ e anche la targa indicante la ’Costa del Pinocchio’. Potrebbe essere definita come una pietra angolare dell’identità storico-culturale di ogni singolo colligiano. Diventerà, così, un punto fermo il legame tra Colle e Carlo Lorenzini, perché come attestato nel recente convegno organizzato dalla Società degli Amici dell’Arte, Collodi ha studiato a Colle per cinque anni nel Seminario Collegio posto in piazza del Duomo, dalle cui finestre e dal piazzale e giardini sottostanti ci si affaccia sul viale Matteotti che allora, nel tratto più in alto, si chiamava Costa del Pinocchio, ove fino a qualche anno prima esisteva anche una fonte chiamata Fonte del Pinocchio. Possibile, quindi, che il nome Pinocchio sia ritornato alla mente dello scrittore quando, adulto, ha dovuto assegnare un nome al protagonista del suo capolavoro. Un’installazione simbolica, perché non c’è nessuna traccia documentale di come poteva essere l’antica fonte del Pinocchio, c’è però la certezza che esistesse realmente e che fosse in quel preciso punto. Come provato durante il convegno della Società degli Amici dell’Arte dal titolo ’La presenza a Colle di Carlo Lorenzini (Collodi); nuovi elementi emersi’ a opera di Paola Guazzini, dell’architetto Ilaria Guazzini e di Roberto Martini. Esiste, infatti, un documento che parla della demolizione della fonte, ai fini della costruzione del muro a retta del terrapieno, per motivi di sicurezza degli edifici e delle mura soprastanti. Per questa logica di consolidamento fu demolita nell’Ottocento, ma chi la demolì si preoccupò di descrivere come era la fonte, ovvero con un arco e di circa un metro e mezzo. Anche la targa indicante la Costa del Pinocchio è stata posizionata nel luogo preciso da cui inizia un tratto delle antiche mura di Colle che si ricollega alla cinta muraria di Castello, in quella zona era presente anche la Porta Riccia.

Lodovico Andreucci