REDAZIONE SIENA

"Lo squalo bianco sta scomparendo dal Mediterraneo"

Lo squalo bianco nel Mediterraneo è a rischio di estinzione a causa dell'attività umana, come la pesca e i cambiamenti climatici. La biodiversità marina è minacciata.

"Lo squalo bianco sta scomparendo dal Mediterraneo"

I professori Primo Micarelli e Letizia Marsili, coordinatori dello studio sullo squalo bianco condotto nel Mediterraneo

"L’uomo è diventato lo squalo e il grande predatore dei mari sta scomparendo dal bacino del Mediterraneo. Sopravvissuto all’estinzione dei dinosauri, rischia di scomparire nell’Antropocene, a causa dell’uomo e delle sue attività: della pesca, come del cambio delle abitudini alimentari e anche conseguenza dei cambiamenti climatici con riscaldamento delle acque". A lanciare l’allarme per la possibile perdita di biodiversità sono la professoressa Letizia Marsili, biologa dell’Università di Siena e il professor Primo Micarelli, promotore della ricerca ’Monitoraggio e marcatura dello squalo bianco nel Mediterraneo’, condotta dall’ateneo senese con il Centro Studi Squali, Istituto scientifico CSS di Massa Marittima.

"Questa specie ha forse superato il limite di non recupero, almeno nelle acque italiane - spiega il professor Micarelli –. La ricerca è partita nel 2017 con 700 ore di osservazione condotta sul campo, anche con utilizzo di strumentazione tecnologicamente avanzata, lungo le coste di Adriatico, Tirreno, canale di Sicilia fino a Lampedusa: in 7 anni non c’è stato alcun avvistamento; solo alcune segnalazioni fatte da imbarcazioni private, che non hanno avuto poi riscontro. Lo squalo bianco è ritenuto ’critically endangered’, specie in pericolo che corre un serio rischio di estinzione nel proprio habitat. Il Mediterraneo, considerato uno degli otto hotspot mondiali per la presenza ed abbondanza di squali bianchi, oggi rischia di perderlo".

Il messaggio di allarme contenuto nel rapporto tecnico finale del progetto evidenzia come la totale assenza di avvistamenti durante il monitoraggio possa significare che "la specie può aver superato la soglia di non ritorno, con una grave perdita in termini di biodiversità per il Bacino Mediterraneo, dove era presente da circa tre milioni di anni".

Le ragioni responsabili della scomparsa? "E’ legata all’attività antropica, in primis alla pesca e alla mancanza di controlli - dice la professoressa Marsili –. Lo squalo bianco non è pescabile, nemmeno per ricerca; invece purtroppo finisce nelle reti della pesca senza selezione, quella industriale, che oggi è arrivata a minare la sua presenza. Responsabili sono anche le nostre abitudini alimentari: mangiamo sempre più pesci pregiati. E abbiamo così interrotto la catena alimentare, con i grandi pedatori che fanno difficoltà a trovare nutrimento. L’uomo si è sostituito allo squalo nella catena alimentare. Non siamo contro la piccola pesca, amatoriale o artigianale, che invece è sentinella di quello che accade nei mari; ma servono controlli sugli stock ittici, che finiscono nel grande commercio".

Paola Tomassoni