Per tutta la comunità di San Gimignano quell’oramai e secolare alberone del ‘Bagolaro’ (nella foto) nella vecchia palestra delle adunate del "regime" dai chicchini neri, il ghiotto frutto dei ragazzi di allora che rappresenta un pezzetto di storia e di vita da oltre cento anni della città. Quelle forti barbe sono state piantate dal primo enologo delle torri Narciso Ducci nel vecchio orto dell’asilo infantile intorno al 1901 o giù di lì per festeggiare e ricordare la nascita della primogenita figlia. E da quel giorno il grande alberone del Bagolaro, una delle piante ornamentali selezionato delle piante da proteggere e conservare dalle resistenti radici "spacca sassi", continua a raccontare la sua storia per rimanere in piedi. Incerottato, operato e medicato e curato da medici della speciale chirurgia ambientale per salvare il salvabile dalla cronica malattia. Per ora lo spicchio storia degli alberi secolari come il Bagolaro di San Gimignano e riconosciuto nell’albo nazionale, resiste a denti stretti con il malinconico sguardo alle sue torri.
Romano Francardelli