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Lorenza in guerra contro i pregiudizi: "Hai i capelli rasati? Sei fascista". Ma li tiene corti per una malattia

"Un clima invivibile al quale ho deciso di ribellarmi". Abita a Bettolle, eletta consigliera a Marciano per FdI .

Lorenza in guerra contro i pregiudizi: "Hai i capelli rasati? Sei fascista". Ma li tiene corti per una malattia

Lorenza in guerra contro i pregiudizi: "Hai i capelli rasati? Sei fascista". Ma li tiene corti per una malattia

"Fascista, non voglio avere niente a che fare con te". Sbatte la porta e segna la distanza. Politica? Non c’entra la politica. Piuttosto l’idea legata al taglio di capelli. E scatta l’automatismo: testa rasata uguale nostalgia del Ventennio. È la storia che denuncia Lorenza Amendola, finita nel mirino di frasi allusive di rimando al fascismo, messaggini social e l’etichetta con l’automatismo.

Accade a Marciano della Chiana, nel suo paese di origine dove lei, 46 anni, ha la sua famiglia anche se vive con il marito a Bettolle. Ma è qui nel Comune dove il centrodestra ha raccolto una messe abbondante di consensi, sfondando il tetto del 50% pure se gli elettori hanno scelto la sindaca dem al suo secondo mandato, che Amendola candidata nella lista del centrodestra e oggi in consiglio comunale sugli scranni del gruppo di FdI, racconta di "un clima ostile, fatto di continui richiami al taglio dei miei capelli che viene associato al fascismo. Io non sono fascista perché ho i capelli rasati, non lo sono da sempre, punto".

Lei non ci sta e decide di uscire allo scoperto per "spiegare le ragioni di una pettinatura". I capelli da ragazza li portava lunghi ma a "diciassette anni li ho tagliati cortissimi per un grave lutto in famiglia. È stato un atto di resilienza, di coraggio per segnare un momento di dolore profondo ma anche per marcare la forza della rinascita, la volontà di non arrendersi". È stato così anche quando in ospedale, undici anni fa, i medici le hanno detto "del tumore. La vita ti cambia in un istante e lì decisi di tagliarli ancora più corti perché è stato - e continua ad essere oggi - un modo per ringraziare la vita che mi ha dato la possibilità di continuare il cammino con la mia famiglia, tra i miei affetti, realizzandomi nel lavoro". Impiegata contabile, Lorenza si è specializzata in organizzazione di eventi, "un’attività che mi consente di tradurre in pratica la mia creatività".

Ed è stato ancora così, quando "tre anni fa ho avuto un ritorno della malattia sotto un’altra forma. Anche allora mi sono rasata per ripartire dal punto zero al quale sentivo di essere tornata. E da lì sono risalita, un’altra volta, avvertendo suo ogni centimetro del mio corpo la forza della vita, la sua energia".

Ciò che l’ha ferita di più è "il giudicare le persone dal taglio dei capelli o da cosa indossano, per cui, secondo un ragionamento assurdo, se indosso la camicia nera o porto i capelli cortissimi, vuol dire che sono fascista. Mi ribello a questo clima: voglio essere libera di vestire e pettinarmi come desidero". Ma c’è un passo in più nel suo racconto. "Queste allusioni, le frasi ricevute via social o anche per strada durante la campagna elettorale mi feriscono certo, ma io sono qui in piedi anche dopo un tumore e ho le spalle larghe. Penso però a tutte quelle persone che attraversano lo stesso tunnel della malattia e sono fragili e magari non hanno la forza di indossare la parrucca o un cappello. Devono sentirsi giudicate per questo?".

Ha un messaggio per chi l’accusa: "Quello che è successo a me può succedere a tutti e la gente dovrebbe comprendere che la vita è un dono e apprezzare il valore della salute. Basta giudicare per il taglio di capelli. Prima di tutto, siamo persone con i sogni, le capacità e gli obiettivi da raggiungere". Lorenza è fiera "di come sono, credo nei valori trasmessi dalla mia famiglia e vorrei che nella mia testimonianza, le donne in difficoltà rintracciassero il coraggio di non lasciarsi condizionare dal giudizio. Su questo mi batterò a fondo".

Lucia Bigozzi