Siena, 4 agosto 2022 - Tra le braccia l’enorme bottiglia di champagne che le ha regalato la dirigenza del suo Drago. Più in là, sul tavolo, quelle che invece le hanno portato gli amici. E poi i palloncini, gialli, rossi, verdi, bianchi e neri. In faccia il sorriso di chi ha vinto. Di chi ha guardato dritto l’abisso e non si è fatto risucchiare. Laura, un coraggio da leone, una fede sconfinata, ha sconfitto il cancro e, nel giorno che definisce quello ’0’, quello in cui "inizia la vita" ha scritto un lungo post perché, ci spiega, "possa essere di aiuto a qualcuno, possa spingere chi è in difficoltà a reagire e a non lasciarsi andare".
E’ ripartita dal 27 giugno 2019, la data in cui ricevette "il verdetto più brutto della vita: tumore al pancreas all’ultimo stadio, fegato pieno di metastasi, non operabile. Pochi mesi di vita, solo la speranza di vivere al meglio quello che rimaneva da vivere". Per Il 29 giugno la ’chiamata’ del suo Drago, scelta per andare a prendere il cavallo. Appena qualche giorno dopo, l’11 luglio, la prima chemio, "l’inizio della battaglia! Solo speranze e tante preghiere". Il 29 febbraio 2022 "27 cicli di chemio, cure sperimentali e non. Tac in netto peggioramento". "Momenti orribili che mai avrei creduto di poter vivere - scrive Laura Rosi -. Ma con accanto tante persone che mi vogliono bene e continuano a darmi forza e a regalarmi gioia e spensieratezza".
E, il 1 agosto, la tac di controllo. "Sono guarita! E’ sparito tutto! Ho vinto la mia guerra!". Un momento di gioia, incredulità, condivisione. "Grazie a tutti - le sue parole - perché in tre anni una città intera mi è stata vicina. Grazie alla mia Contrada che è stata in tutto e per tutto la mia seconda famiglia. Grazie alle mie amiche e ai miei amici che non mi hanno mai mollata un secondo. Grazie ai miei collaboratori di lavoro che mi sopportano tutti i giorni e che mi hanno aiutata a mandare avanti un ristorante in un momento così difficile".
"Grazie alla mia famiglia, la famiglia più bella del mondo che mi ha dato la forza di non mollare perché prima che per me ho lottato per loro. Grazie babbo Carlo, mamma Stella, Francesca e grazie alla piccola Sveva, luce di vita in questo tunnel. Grazie alla persona che da quasi un anno a questa parte ho accanto: sì, caro Francesco, se sono guarita è anche merito tuo che mi hai riportato il sorriso e l’amore. Ovviamente grazie al professor Davide Melisi e a tutto il suo team dell’ospedale Borgo roma e del Crc di Verona che mi hanno salvato la vita con la loro competenza e determinazione.
Poi il messaggio, di speranza. "Ora posso solo dirvi quello che ho sempre pensato: non arrendetevi mai, a nessuna difficoltà. Affrontate sempre la vita con il sorriso, anche se a volte non è facile. E se credete pregate chi credete, anche le persone che non ci sono più perché lassù qualcuno che ci vuole bene c’è. Viva la vita".