
Doris Hadjistilianou, docente universitaria, organizzatrice del convegno
Siena, 8 dicembre 2019 - Si è conclusa ieri, con la cena di gala al Santa Maria della Scala, l’ottava edizione dell’Ocular Oncology Day, un convegno scientifico che ha visto a Siena la presenza di specialisti di oncologia oculare a livello internazionale per una due giorni di incontri sul tema dei tumori dell’occhio e dell’orbita del bambino e dell’adulto. Tra i relatori del dibattito scientifico andato in scena al Rettorato anche Dan S. Gombos, docente del Baylor College of Medicine dell’Università del Texas, Leonidas Zografos, uno dei massimi esperti al mondo di oncologia oculare, responsabile della clinica oftalmologica di Losanna e Stefan Seregard, direttore della clinica oculistica del Karolinska Hospital di Stoccolma.
La professoressa Doris Hadjistilianou, padrona di casa in quando docente del dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell’Ateneo di Siena e responsabile del centro di oncologia oculare retinoblastoma e organizzatrice del convegno, rappresenta una figura molto importante nella ricerca a livello internazionale. «E’ un congresso che a me piace definire una grande riunione di amici – sottolinea la professoressa Hadjistilianou – che lavorano da più di trent’anni insieme. Ci sono tanti colleghi giunti a Siena dal Texas, dal Canada, dal Brasile e non solo. Sono lusingata di questa affluenza di così tanti e prestigiosi medici e docenti in questa due giorni di confronti. È una occasione importante con lo scopo unico di una nascita di protocolli internazionali per la cura delle neoplasie sia pediatriche che nei soggetti adulti».
Sul tema si sta sviluppando, a suo avviso, una consapevolezza crescente in ambito internazionale? «La parola consapevolezza è molto di moda oggi e non solo nel nostro settore. La consapevolezza nasce dalla conoscenza ed essa dall’impegno sociale, medico, diagnostico a livello prenatale e precoce. Un percorso complesso che quindi vede impegnati tanti tipi di specialisti: pediatri, neonatologi, oftalmologi, oncologi ed oncologi pediatrici coinvolti in un gruppo multidisciplinare che si impegna per divulgare le problematiche di queste malattie».
Il ruolo di Siena è da decenni all’avanguardia in questo settore. «Si, senza dubbio. Siena è all’avanguardia in questo campo dagli anni 70. Qui sono nati i protocolli di chemioterapia, abbracciati poi alla società di ematologia e oncologia pediatrica e sono andati avanti, con gli attuali protocolli della nostra azienda, con le attuali terapie conservative del bulbo». Una due giorni ricca di eventi, che si è chiusa con la cena in un luogo ‘sacro’ della città anche dal punto di vista medico. «La clinica oculistica è nata al Santa Maria della Scala, dove furono trattati i primi casi. La volontà di ricordare i primi anni dell’oncologia oculare sviluppati proprio al Santa Maria della Scala è stata lo spirito guida delle serata di chiusura. Un momento dedicato a quelli che sono stati i nostri maestri, in particolare il professor Frezzotti che ha fondato e messo le radici per questo meraviglioso settore. Noi nel nostro piccolo siamo davvero felici ed orgogliosi di averlo fatto crescere e fiorire».
Guido De Leo © RIPRODUZIONE RISERVATA