Ben 61 anni eppure la storia di questo drappellone è ancor oggi viva: quello del 2 luglio 1963 dipinto da Aleardo Paolucci. L’interpretazione di questo artista di Piena è quanto mai classica e rispettosa: un trombetto accenna un movimento e un suono al centro dell’opera, la madonna di Provenzano spicca nella parte superiore mentre in basso la soluzione degli stemmi delle Contrade è moderna, riprendendo lo stile della parte centrale. Dopo quelli dipinti negli anni giovanili, del 1952 e 1953, ecco un’opera più matura, convinta, se vogliamo l’inizio di un percorso che lo porta ad una sentita versatilità come l’aver curato scenografie per la televisione, francobolli e altre realizzazione piuttosto impegnative. Un Palio figlio del suo tempo, vinto dalla Pantera di Ettore Bastianini, che non si ferma ad una formale ricostruzione dell’universo senese e contradaiolo. I particolari più interessanti sono, nella parte centrale, i cavalli che sembrano galleggiare nell’opera. Assai legato ai panorami campestri della val d’Orcia, Paolucci ha saputo poi sperimentare altri universi pittorici. Mario Specchio scrisse di lui: "c’è una malinconia sottile nei quadri di Paolucci, ed anche una sostanziale letizia. La sua pittura accarezza il flusso del tempo".
Massimo Biliorsi