REDAZIONE SIENA

L’ultimo marinaio della Corazzata Roma

L’unico superstite, Gustavo Bellazzini, 101 anni, oggi sarò celebrato alle 16,45 in un incontro alla Lizza

Era il 9 settembre 1943: dopo il fatidico armistizio anche la nuovissima corazzata Roma si avviava verso Malta, dove si doveva riunire tutta la flotta italiana per essere consegnata agli Alleati. La storia è nota: le bombe degli aerei tedeschi non lasciarono scampo alla grande nave, orgoglio della Marina italiana, che affondò spezzata in due a largo della Corsica e della Sardegna. Soltanto 622 marinai riuscirono a salvarsi e molti dei quali furono portati in navi ospedale alle Baleari.

Fra questi il marinaio macchinista senese Gustavo Bellazzini, che adesso vive a La Spezia, uno dei più giovani visto che è nato nel 1921, e che oggi sarà festeggiato come ultimo superstite di quella tragedia. Merito del Comune di Siena e dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di guerra, Sezione di Siena, con un doveroso omaggio alle 16,45 al Monumento alla Lizza ai Marinai di Italia a cui seguirà proprio un incontro (Casa del Mutilato) con Bellazzini, con la partecipazione dello storico Claudio Biscarini e Luca Papini (Unuci di Siena) nel coordinamento di Gabriele Maccianti. E’ il nipote Davide Bocci che parla a nome di Bellazzini: "Imbarcato come macchinista, lasciava a casa la moglie incinta. Si trovò al momento fatidico per puro caso sul ponte della nave, visto che il suo posto era nella sala macchine. Quando si rese conto di cosa era successo era già scivolato in acqua e per sua fortuna fu recuperato subito da una di quelle navi che erano arrivate in soccorso per poi trascorrere alcuni anni a Minorca prima di tornare a casa. E per un lungo periodo i famigliari non seppero nulla della sua sorte".

Le parole di Bocci riassumono il senso di un dramma terminato in questo caso con un lieto fine, tanto che anche oggi potremo festeggiare Gustavo Bellazzini che, dall’alto dei suoi 101 anni, può ancora raccontarci questa pagina di storia. Una pagina della più alta memoria, che i giovani possono riscoprire, resa possibile dall’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia e dalla Lega Navale Italiana, che non dimenticano i figli che hanno saputo vivere e poi raccontare momenti della nostra storia. Le parole di Bellazzini risuonano oltre il tempo: "La corazzata Roma era una nave magnifica, praticamente nuova, aveva coperto poche migliaia di miglia, perfettamente tenuta. Semplicemente stupenda". Fermata dall’Oberleutnant Heinrich Schmetz che dette il colpo mortale alla corazzata. Durante la cerimonia il pensiero andrà alle centinaia di vittime, anche a quel relitto che nel 2012, è stato individuato a oltre mille metri di profondità nel golfo dell’Asinara, a 16 miglia dalla costa. Il troncone di prua è adagiato capovolto nella sabbia del fondale: è l’immagine più rappresentativa della tomba di tanti marinai proprio come lo era il nostro Gustavo Bellazzini.

Massimo Biliorsi